5.600 imprese agricole umbre sono guidate da donne

donne coldiretti

Tra le donne umbre e l’agricoltura c’è un rapporto molto positivo: basti pensare che le donne rappresentano il 30 per cento dell’imprenditoria agricola. Sono 5600 le imprese femminili attive in agricoltura: 4358 nella provincia di Perugia, 1231 in quella di Terni. I dati sono stati diffusi dalla Coldiretti regionale, che li ha elaborati su dati Unioncamere Umbria relativi al quarto trimestre 2018, in occasione della Festa delle donne l’8 marzo.

“Le aziende agricole guidate da donne – afferma Rosalba Cappelletti responsabile Donne Impresa Coldiretti Umbria – rappresentano un patrimonio importante che non è dato solo dal numero delle titolari, ma anche da una capacità di innovazione che è stata in grado di sfruttare al meglio le opportunità offerte dalla multifunzionalità per le imprese agricole in ambito economico, ambientale e sociale. Il ruolo delle donne nei campi è diventato sempre più rilevante, con imprese fortemente radicate nel territorio: una realtà fondamentale per l’agricoltura umbra, in grado di garantire un apporto importante anche in termini di fantasia e intuito”.

Nella loro attività imprenditoriale – è il parere della Coldiretti – le imprenditrici agricole stanno dimostrando capacità nel coniugare la sfida con il mercato ed il rispetto dell’ambiente, la tutela della qualità della vita con l’attenzione al sociale, il contatto con la natura e la valorizzazione dei prodotti tipici locali e della biodiversità, diventando protagoniste in diversi campi: dalle attività di educazione alimentare ed ambientale alle fattorie didattiche, fino alla vendita diretta e agriturismo.

“Proprio l’8 marzo – conclude Rosalba Cappelletti – il nostro gruppo sarà impegnato a Tuoro sul Trasimeno per proseguire nella raccolta firme a sostegno dell’iniziativa europea “EatORIGINal – Unmask your food”, Mangia originale, smaschera il tuo cibo, che si pone l’obiettivo di estendere l’obbligo dell’etichetta d’origine su tutti gli alimenti, per prevenire le frodi, proteggere la salute pubblica e garantire il diritto dei consumatori all’informazione”.