Si leggeva, in sostanza, una volontà del governo italiano di favorire alcuni trust privati, mentre il gruppo dal 1948 al 1950 aveva tagliato settemila posti di lavoro con conseguenze pesanti per l’economia umbra e abruzzese.
Per questo al Cgil ternana promosse un convegno sui gravi problemi del complesso Terni, che si tenne il 23 giugno 1950 e che fu, secondo L’Unità “la prima grande assise interregionale indetta per realizzare praticamente il Piano del lavoro nei singoli settori”. Oltre alla organizzazioni sindacali (c’erano anche rappresentanti della Cisl e della Uil) presero parte al convegno, i presidenti delle Camere di Commercio su Perugia e Terni, i sindaci dei più importanti città umbre. A concludere i lavori fu il vicesegretario della Cgil Vittorio Foa mentre la relazione introduttiva fu svolta dal segretario della Camera del Lavoro ternana, Vincenzo Inches.
Le conclusioni furono alcune richieste al Governo, all’Iri e quindi alla Terni: ultimazione del programma idroelettrico di Recentino e Vomano, la piena utilizzazione degli impianti, il potenziamento del settore chimico proseguendo la produzione di solfato a Nera Montoro e garantendo l’ occupazione a Papigno; la ricostruzione della centrale termoelettrica del Bastardo.