Treofan, ordini ridotti del 75%: la preoccupazione dei lavoratori

treofan terni

L’anno scorso nel mese di gennaio il carico ordini della Treofan fu di mille tonnellate,; nel gennaio 2020 si è scesi vertiginosamente fino a 240 tonnellate. La questione, ovviamente, preoccupa le organizzazioni sindacali umbre. “Dopo l’acquisizione di Treofan Italy, da parte di Jindal, ci furono la dichiarazione di chiusura dello stabilimento di Battipaglia e la presentazione di un piano industriale triennale per Terni”, illustrato per la verità con la proiezione di alcune (pochissime) diapositive.  

“Quest’ultimo prevedeva, tra l’altro, l’armonizzazione dei prodotti laccati tra gli stabilimenti del Gruppo., di questi alcuni sono stati trasferiti a Virton e Brindisi, altri sostituiti con quelli Jindal – continuano i sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil – Il risultato ad oggi vede lo Stabilimento di Terni pagare la conseguenza di queste scelte con continui fermi per mancanza ordini”. Visti i numeri, la conclusione del sindacato è che “Oltre a non aver colmato i vuoti produttivi, sembra evidente, il disinteresse a potenziare l’unica specialties importante rimasta che è quella del tabacco”.

Tutto questo è ricordato e sottolineato in una lettera inviata al Ministero dello sviluppo economico, all’assessore regionale Michele Fioroni, al sindaco di Terni Leonardo Latini oltre che alle segreterie nazionali della Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil.

Fatte presenti le proprie preoccupazioni i rappresentanti dei lavoratori Treofan, avanzano anche una proposta chiedendo un segnale che attesti  “la volontà di mantenere in vita lo stabilimento: sarebbe quello di trasferire gli impianti già presenti a Battipaglia su Terni e non altrove, visto che nella cessione del sito campano non è contemplata la necessità di quei particolari macchinari e visto che gli stessi impianti sono di proprietà di Treofan Italy e non di Jindal”.

Va ricordato anche che “per quanto concerne gli organici, come detto più volte, il numero dei 151 dichiarati al MISE non si è mantenuto, in quanto l’organico non è stato reintegrato, questo ha obbligato i lavoratori ad effettuare un elevato numero di prestazioni straordinarie;  i rapporti sindacali continuano ad essere inesistenti a tutti i livelli”. Insomma, sembra proprio necessario che qualcuno si faccia almeno dare garanzie sul futuro. “Auspichiamo che l’Azienda prenda in considerazione il possibile contributo a fondo perduto che potrebbe essere messo in campo dalle Regione Umbria insieme ad altre opportunità legata alla filiera di produzione dei tabacchi”, concludono i sindacati nell’annunciare di restare in attesa di una convocazione al Ministero..