Treofan, “cassa” chiesta con comodo e zero euro in busta per i lavoratori

treofan terni reindustrializzazione
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Cassa integrazione per i lavoratori Treofan: la Jindal, che ha deciso di chiudere la fabbrica, si è detta d’accordo siglando un patto al Ministero del Lavoro. Così, giusto per mostrare anche di avere un minimo di coscienza e dare un po’ di tempo per cercare una soluzione occupazionale senza stare con l’acqua alla gola. La “magnanimità” della multinazionale indiana, però, non poteva certo arrivare addirittura a mettere mano al portafogli anticipando la cassa integrazione in attesa del rimborso da parte dell’Inps. “Così ci rimettiamo”, debbono aver pensato alla Jindal. “l’azienda ha inviato al ministero del Lavoro la richiesta per la Cigs il 10 marzo. La busta paga di marzo dei lavoratori della Treofan sarà pari a zero per tutti coloro che non hanno lavorato e sarebbe stata comunque pari a zero anche nel caso in cui fosse stata già concessa la Cigs, vista la manifesta mancata volontà dell’azienda di anticiparla”.

“Nel frattempo – aggiunge Lulli – sono giunte alla Treofan Italy le dimissioni del liquidatore, fatto che sicuramente non si può né ignorare, né sottovalutare, soprattutto per le motivazioni che lo hanno portato a fare questa scelta. Ribadiamo che i lavoratori hanno sì bisogno di un sostegno economico, ma un conto è trovare gli strumenti idonei al supporto delle maestranze, un conto è pensare di concedere ammortizzatori sociali senza perseguire chi ha commesso reati”, conclude il rappresentante siondacale.