Trasporti, il “caso” Lanari-Spediumbria: la Cgil parla di attività antisindacale

Secondo il sindacato Trasporti della Cgil esistono elementi sufficienti per sostenere che la Lanari e la Spediumbria – due aziende trasporti del Narnese – hanno assunto comportamenti antisindacali. “Certo questo lo stabilirà chi di dovere, ossia il giudice – spiega Alessandro Rampiconi segretario della Filt Cgil – però abbiamo le carte che ci rendono persuasi che i dipendenti iscritti alla Cgil che lavorano con le due imprese sono stati discriminati”. Ad esempio, aggiunge Rampiconi “in occasione di scioperi essi sono stati sostituiti da altro personale; si sono visti dirottati solo sulle tratte nazionali e non più impiegati sulle internazionali maggiormente remunerative per loro”.
Si tratta comunque di scelte aziendali legittime sul piano formale. Rampiconi però aggiunge che, seppur formalmente ineccepibile, ad esempio è inspiegabile la decisione di ridurre il personale della Lanari e di Spediumbria: da dieci dipendenti ciascuna ora sono passate a cinque più due, da venti dipendenti a sette “che sono appunto i sette iscritti alla Cgil. Anzi, ora sei – precisa Rampiconi – perché proprio oggi uno dei sette ha disdetto la propria iscrizione”.
E gli altri tredici dipendenti? Riferisce il sindacato che sono stati trasferiti in altre aziende che fanno parte del consorzio Cts, lo stesso della Lanari e di Spediumbria.

Per parte loro Lanari srl e Spediumbra srl (che fanno capo alla stessa proprietà) “ribadiscono di non aver mai attuato comportamenti tesi a limitare l’attività sindacale rispettando le prerogative e il ruolo del sindacato dei lavoratori. A testimonianza di ciò nell’aprile del 2017 era stato sottoscritto un accordo aziendale di II livello che è stato disdetto unilateralmente, dal primo aprile 2019, dal segretario della Filt-Cgil di Terni. Questo accordo, integrato a maggio 2018, regolamentava l’orario di lavoro e le modalità lavorative degli autisti. Il motivo addotto da Filt-Cgil per la disdetta dell’accordo di II livello sarebbe una asserita gestione confusionaria dell’organizzazione del lavoro. Motivazione difficilmente comprensibile tenuto conto che le aziende hanno tutto l’interesse affinché l’organizzazione del lavoro avvenga nel migliore e più proficuo dei modi. Anche la perdita di salario lamentata da parte di alcuni lavoratori rappresenta la conseguenza diretta della disdetta unilaterale dell’accordo aziendale decisa dalla Filt-Cgil. Da qui la scomoda posizione del Sindacato che ovviamente tenta di ribaltare la responsabilità in capo alle Aziende”.
“Vero – dice la Filt – ma ciò è avvenuto proprio per il grado di inaffidabilità e per le discriminazioni fatte dal 2017 in avanti”.
Le due aziende narnesi aggiungonoin merito al “superamento del limite delle 39 ore settimanali di orario di lavoro ordinario” che, “venuto meno l’accordo sindacale di secondo livello, quello appunto disdetto unilateralmente da Filt-Cgil di cui le aziende non hanno potuto far altro che prendere atto, è stato necessariamente applicato il CCNL del settore che prevede un regime orario di 47 ore settimanali di lavoro ordinario distribuite fino a un massimo di sei giorni nell’arco della settimana”.Una risposta arriva anche per i provvedimenti disciplinari. “Le aziende si legge in una lettera – evidenziano la correttezza dell’esercizio del potere disciplinare. I provvedimenti, peraltro di minima entità, hanno coinvolto tre autisti di Lanari srl e uno di Spediumbra srl. I provvedimenti sono tutti supportati da riscontri oggettivi concreti e ampiamente motivati. Oltretutto quelli già definiti hanno visto confermata la fondatezza dell’addebito disciplinare anche in sede di Ispettorato Territoriale del Lavoro”.