Terni: Ztl aperta per dare una mano ai commercianti, ma basterà?

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ztl corso Tacito via Mancini traffico

Ragazzi non c’è una lira, si diceva una volta. Ora non c’è un euro ma il succo è quello. E quindi per i commercianti del centro cittadino di Terni danneggiati dal fatto che dovranno restare chiusi il sabato pomeriggio per le misure d’emergenza Covid, di può fare ben poco. Il sindaco Latini annuncia per la serata di lunedì 8 marzo l’apertura dei varchi della zona a traffico limitato, che resterà valida per tutti i giorni della settimana (pure sabato e domenica?).

D’altra parte le decisioni governative quelle son; l’ordinanza della presidente regionale a quelle si è adeguata; i soldi a Terni non ci sono e si sa il perché, ma comunque il sindaco lo ha ricordato ai corti di memoria: il dissesto. Che poi a ben ricordare è quel provvedimento per cui si batterono con urla, strepiti ed esposti anche quelli dell’opposizione di prima, cioè quelli che governano adesso.

Ma non serve a niente stare a rivangare il passato. La situazione adesso questa è. E comunque se per dare una mano ai commercianti si chiudono i varchi della Ztl, vuol dire che si ritiene che sia, pandemia a parte, veramente questa – la Ztl – a tarpare le ali al commercio nel centro cittadino. Se è così, perché non abolirla del tutto questa famigerata Ztl?

Delle due l’una: o è “il” danno o no. E’ comunque vero quel che dice il sindaco: si tratta di un provvedimento che non costa niente. Ma quanto costerebbe mettere in cantiere – visto che ci siamo – una revisione completa di un piano del traffico che risale al millennio scorso? Anche quella quanto costerà mai? I tecnici comunali, così largheggianti in semafori, cartelli di senso unico o di senso obbligato, righe per terra e invenzioni a servizio della gitarella domenicale in bicicletta (perché per ora le piste ciclabili sono utilizzabili solo per quella) potrebbero mettersi in moto (nel senso non letterale del termine, ovviamente) e darsi da fare.

C’è però un grosso punto interrogativo che rappresenta un rischio. E se invece la crisi del commercio nel centro storico dipendesse da altre cose? Per esempio dagli affitti troppo alti? per esempio da un abbandono che non si mitiga con le mattonelle nuove a qualche strada o con l’abbattimento dei pini assassini? Per esempio da una mobilità ridotta dall’ “incartamento” di intere piazze? Per esempio dall’assenza totale di iniziative promozionali e pubblicitarie che non possono esaurirsi in quattro luminarie? per esempio in un calo progressivo di chi abita in centro? per esempio… Hai voglia a fare esempi.