Terni “turistica”: c’è porta e porta. Il Comune e l’itinerario alla rovescia

Terni Porta Romana

la citta’ romana: valorizzata porta s.angelo non i due varchi sulla flaminia

La pianta di Terni di Giacomo Lauro (1640 ca.)

Vabbé che quella  in carica a Terni è l’amministrazione del cambiamento, ma pare davvero esagerato non tener conto della storia ternana specie quando si confezionano itinerari turistici in città. Per carità, potrebbe sembrare una pignoleria, ma far cominciare l’itinerario per la visita alla “Terni Romana” da porta Sant’Angelo ha il sapore di una contraddizione, quanto meno. Però proprio questa è la scelta compiuta con l’iniziativa che il Comune – con il sostegno (i soldi) della Fondazione Carit – ha avviato, ponendo   per l’appunto cartelli multimediali che guidino il turista in città.

Se per presentare la Terni Romana si comincia da Porta Sant’Angelo si sceglie casomai di cominciare dalla fine, e comunque da quella che non era certo la più importante delle porte d’ingresso alla città. Quella era  la porta che – tanto per dire – Francesco Angeloni, figura basilare della storiografia ternana, definisce come la quinta porta di Terni, quella che “dicesi di s.Angelo, per una tal chiesa, che v’era appresso , scaricata l’anno 1600, e Acquasparta, Cesi, San Gemine e Todi riguarda”. Il contado, insomma.

Chi traversava Terni venendo da Roma lungo la strada Flaminia o il diverticolo della Salaria, l‘ingresso era quello di Porta Romana, che era proprio sulla strada consolare, la quale superato lo sbarramento segava in due la città Romana per uscirne poi alla porta Spoletina. Ovviamente viceversa accadeva a chi proveniente dal nord della penisola era diretto a Roma. Non a caso, infatti, erano la Romana e la Spoletina le due porte più possenti rispetto alla altre tre: porta del Sesto (porta Garibaldi, diremmo oggi), porta San Giovanni, e appunto la quinta, Porta Sant’Angelo che portava verso il contado, per capirsi.

Chiaro che col capiente parcheggio “Rinascita” proprio lì vicino la porta scelta è logisticamente più comoda e, seppure procedendo al ontrario lambisce l’anfiteatro e la maggior parte delle altre poche testimonianze di epoca romana rimaste in una città “spianata” dalle bombe della seconda guerra mondiale. Più che le testimonianze tangibili resta quindi la memoria, e almeno intorno a quella sarebbe bene evitare confusioni o “bombardamenti”.

w.p.

2 commenti su “Terni “turistica”: c’è porta e porta. Il Comune e l’itinerario alla rovescia

  1. Mi sembra che la carta dell’articolo, sia antecedente a quella del Gubernari del 1640, dove sono presenti molti più dettagli e dove, soprattutto, la città è vista dalla parte opposta (cioè proprio dal lato Porta Sant’Angelo).

    1. Hai ragione quella dell’articolo è la carta di G.Lauro E’ che ho cercato per un poemrggio quella di Gubernari e nel fare la didascalia ce ‘avevo ancora in testa. Grtazie

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