Terni, secondo il Comune uno spettacolo fa bene all’economia e al lavoro

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L’Anfiteatro Fausto sede del concerto

Chissà perché vengono in mente le parole del presidente Draghi: “Dobbiamo spendere in maniera efficiente”. Si, Mario Draghi si riferiva ai milioni del recovery, ma il messaggio è chiaro. E sicuramente vale per tutti. Anche per gli amministratori locali compresi quelli di Terni.

E allora: una giunta comunale che ricorda continuamente che le casse languono e che è costretta ad operare nelle ristrettezze imposte dal dissesto ci azzecca quando impegna 45mila euro per un concerto (il 29 agosto all’anfiteatro Fausto) di un cantante noto come “Sangiovanni”? Manco a farlo apposta lo stesso nome di un quartiere dove si lasciano in abbandono quattro giochi per i bambini perché – si risponde – “non ci sono i soldi” che è poi la stessa risposta fornita alla sollecitazione di rimettere un po’in ordine quattro angoli del Villaggio Italia. L’uno e l’altro intervento, insieme, forse nemmeno ci arriverebbero a costare 45mila euro.

Va anche riconosciuto che a volte ci si mette il caso a far nascere dubbi sull’efficienza di certe spese. Ad esempio è successo che proprio mentre la giunta ternana, attraverso i propri canali informativi, magnificava un suo investimento in favore della qualità dell’aria, dalle parti di Maratta s’è alzata una colonna di fumo nero dal centro raccolta rifiuti dell’Asm. Il Comune di Terni annunciava un investimento di duecentomila euro per fare sconti a chi si abbona al servizio pubblico di trasporti con l’obiettivo di aumentare di 400 unità i viaggiatori sui bus. Meno auto private aria meno inquinata è la formula. Probabilmente una manutenzione più accurata poteva evitare quella colonna di fumo nero inquinante non si sa quante volte di più di quel che si risparmierà se l’obiettivo dei 400 viaggiatori venisse raggiunto. A lume di naso, per carità, ma al confronto del disastro di Maratta avrebbe lo stesso effetto di uno sventolio col cartone del calendario per combattere l’afa di questi giorni.

Il concerto del cantante Sangiovanni rende legittimi alcuni interrogativi.

Primo: è opportuno un evento del genere in tempo di pandemia?

Secondo: dove si prenderanno quei 45 mila euro chela giunta ha impegnato su proposta dell’assessore al marketing territoriale e turismo, Elena Proietti, e dell’assessore al commercio Stefano Fatale? A questo, per dire il vero, una risposta c’è. L’evento musicale è inserito tra le competenze del comparto “Economia e lavoro. Promozione del territorio”. Soldi del bilancio comunale nonostante la palla al piede del dissesto. Però c’è una possibilità – evidentemente – che il Comune ha attivato: i 45 mila 266,90 euro verranno stornati dall’incasso della tassa di soggiorno. C’è però in uno dei documenti collegati alla delibera della giunta nel quale si scrive che quella tassa potrebbe portare nelle casse al massimo 16mila euro e già sarebbe grasso che cola. E gli altri 29 mila e spicci? Chi provvederà? Gli spettatori che per entrare all’Anfiteatro e seguire il concerto coi 35 euro del costo del biglietto? Forse.

Sono soldi davvero spesi “in maniera efficiente” come dice Draghi? Il ritorno come promozione del territorio non è quantificabile, ma un’occhiatina all’economia e al lavoro basta a nutrire poche altre speranze.

Secondo le opposizioni in consiglio comunale “Francamente i conti non tornano su questo concerto che prevede un biglietto di ingresso comunque elevato – 35 euro più prevendita – e che non sembra destinato ad avere ricadute consistenti sul territorio”, sostengono in una nota congiunta i consiglieri comunali di Senso Civico, Pd, M5s, Terni Immagina. “Un concerto – proseguono i gruppi di minoranza –  che non era programmato nella stagione ordinaria realizzata dai gestori dell’Anfiteatro, ai quali per le tante meritevoli iniziative non è mai stato stanziato alcun significativo sostegno da parte del comune di Terni. Il concerto di Sangiovanni,  infatti, è organizzato dall’assessora Elena Proietti, la quale dopo i fallimenti nelle politiche sportive e giovanili, sembra voler iniziare  la sua campagna elettorale sulle note musicali di una delle voci di Amici. Una spesa -concludono – che non rappresenta in alcun modo un investimento per il territorio,  tanto che non è previsto alcun ritorno economico per la città e i suoi operatori”.