Terni: l’errore di Dominici, assessore mandato a casa

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Se n’è andato o lo hanno cacciato? La seconda che hai detto. E così Fabrizio Dominici esce dalla Giunta comunale di Terni. D’altra parte ha compiuto un grosso errore: ha pensato che potesse muoversi al di fuori della sua delega specifica andando ad invadere quella di altri. Non l’avesse mai fatto! Non gliel’hanno perdonata. E così, con la scusa che il bilancio stabilmente riequilibrato è stato approvato e quindi lui ha portato a compimento il suo mandato, gli hanno detto “Arrivederci e grazie”. Il sindaco Leonardo Latini ha deciso così: “Ringrazio l’assessore per l’opera prestata e i risultati raggiunti – ha comunicato – Tuttavia è necessario in questo frangente delimitare in modo chiaro gli ambiti tecnici e politici in seno alla Giunta in modo da assicurare una sempre più proficua ed efficace azione amministrativa”.

Dominici s’è allargato troppo insomma: prima prendendo decisioni diverse da quelle che sembravano scontate sulle municipalizzate (materia sua) e poi con quella faccenda del Palazzetto dello Sport che avrebbe voluto veder sorgere a Maratta.

Certo, non un’idea felice se si considera che il palazzetto li si sarebbe dovuto realizzare sull’area demaniale e militare della ex Polveriera, e – cosa ancor più negativa – appena al di là della strada di campagna che fiancheggia il recinto del carcere. E’ possibile mettere una manifestazione – ipotizziamo – con migliaia di persone proprio lì? Con la confusione, tutti quelli che avessero l’intenzione di abbandonare la gabbia potrebbero andarci a nozze. Quindi, no. Il posto giusto è proprio il Campo Boario, oltretutto è quella la città dello sport di raffaelliana memoria, ed era ora che qualcuno desse le gambe ad un progetto di quella giunta comunale dopo averla – a suo tempo – aspramente combattuta.

Non ci ha azzeccato, l’ex assessore Dominici. Ma un errore ci potrebbe anche stare, oppure potrebbe essere evitato. Non è successo. Dietro ci sono due fatti che danno qualche pensiero, non tanto riguarda a Dominici, quanto perché un’amministrazione del genere quale fiducia nel dmani può assicurare alla città? C’è innanzitutto una clima nei rapporti tra i componenti della giunta che li vede l’un contro l’altro armati. Riunioni che -dicono- sembra somiglino molto alla “passatella” che nelle osterie si faceva col serramanico impuntato sotto il tavolo. Una competizione alla ricerca di visibilità, ognuno pronto a far proclami a godere della telefonata del cittadino-fan che gli dice “Quanto sei bravo tu”. Come può nascere una scelta ragionata, condivisa, frutto di un confronto di idee e di informazioni?

Il secondo fatto è che una giunta democratica o almeno pluralista, appare sempre più un organismo guidato in termini monocratici che non sempre sono dettati dal vero “titolare” del governo cittadino.

Bene così, adesso si litigherà (forse) di meno e l’amministrazione comunale continuerà ad inaugurare lavori in corso già da prima del suo insediamento, e farà felici tutti coloro che si beano per le piante “assassine” assassinate, delle buche rappezzate con una palata di catrame, e poi – meraviglia delle meraviglie – quelle belle righe bianche, bianchissime a segnalare un attraversamento pedonale a delimitare una carreggiata, i limiti di un parcheggio. Certo, queste cose quelli di prima non lo hanno fatto ed ora si morderanno i gomiti: pensare che bastava tanto poco per rendere felici tanti ternani.