Terni, il sindaco e le tasse: quel che conta è l’esempio

asm avigliano TARI

L’OPINIONE –

di GIOCONDO TALAMONTI*

Il Sindaco di Terni rivolge un invito accorato ai cittadini ternani perché paghino tasse e tributi. Lo fa appellandosi al senso civico, dimenticando per un attimo che vari consiglieri comunali, dell’attuale legislatura, si erano “dimenticati” di farlo. Qualcuno, riposto il dovere nel dimenticatoio aveva accumulato diecimila euro di buffi (situazioni di ‘pendenza’ nei confronti del Comune). C’è voluto lo spauracchio della magistratura perché mettessero mano al portafoglio. In politica conta l’esempio, l’onestà e la coerenza. La propaganda, come le bugie, ha le gambe corte. Serve a nascondere l’incapacità amministrativa, magari prendendosela tout-court con “quelli di prima”, senza offrire una visione di futuro né un progetto di città
che dia ai giovani un minimo di speranza per affrontare le sfide future. (I ternani pagano anche la giunta e il sindaco più costosi degli ultimi dieci anni).

Garantire i servizi e l’efficienza della macchina amministrativa è un dovere morale di ogni istituzione anche se gli esempi dell’attuale governo nazionale, come la “pace fiscale” (leggasi condono) tendono a tollerare l’evasione a dispetto dei mezzi tecnologici che consentono in tempo reale di individuare chi ha fatto il proprio dovere e chi no. Ognuno deve fare la propria parte, ciascuno deve contribuire a creare i presupposti per una comunità più equa. Educare alla legalità è un compito precipuo della società, a cominciare dalla famiglia, proseguendo con la scuola, ma deve essere anche un preciso obbiettivo di ogni programmazione. Il vero problema morale delle tasse è quello della giustizia e dell’equità. In particolare, le tasse devono essere proporzionate alla reale
capacità contributiva dei singoli sulla base del reddito.

Le istituzioni hanno il dovere di accertare lo stato di povertà in cui si possono trovare i cittadini, visto quanti ricorrono alle associazioni, alle parrocchie per far fronte alle difficoltà economiche nel quotidiano. Ma questo è solo un aspetto del problema. Per tutti gli altri occorre procedere celermente al recupero delle somme dovute con aggiunta, come prevede la legge, di more, interessi e sanzioni. Sapere dal Sindaco che vi sono da recuperare, oltre 23 milioni di euro di Tari crea indignazione fra gli onesti che le tasse le pagano. Non servono inviti a pagare, quasi fosse una elargizione, ma un impegno a fare,
ad applicare la legge con autorevolezza. Ma la lotta all’evasione non paga elettoralmente. Né a livello locale, né nazionale. Il Sindaco, al pari di chi ci governa in Italia, non farà mai una seria campagna di lotta all’evasione, benché tutti sappiano che sta lì la soluzione di tutti i problemi.

*Presidente dell’Associazione Politico-Culturale “Enrico Berlinguer”