Terni, i diktat con gli stivaloni dell’assessorato allo sport

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Lo spazio è ampio, all’aperto. E’ quello del ciclodromo Perona, a Terni. Una lunga striscia di asfalto, verde e tanto spazio. Un impianto completamente all’aria aperta. Tanto che pare l’ideale per chi svolge un’attività sportiva come il pattinaggio. E infatti l’impianto è utilizzato per la scuola di pattinaggio ed ospita bambini dai quattro cinque anni in su e qualche adolescente.

Le attività sportive all’aria aperta sono consentite, anche in zona gialla. Il problema è: c’è diritto per i familiari di questi bambini e ragazzi ad essere presenti mentre i loro figli praticano l’attività? Secondo il Comune di Terni no. L’assessorato allo sport ha emesso il proprio diktat. Chi non ha ai piedi i pattini a rotelle deve restare fuori per evitare assembramenti. Punto e basta.

E’ la pedissequa applicazione in senso restrittivo di una regola. Trattandosi di 450 metri di pista e considerato che al massimo i ragazzini impegnati sono una trentina, quanti parenti ed amici devono intervenire per creare assembramenti? Niente: dura lex sed lex e quindi non si può entrare, dice lapidario il dipendente comunale messo all’ingresso. Lui non c’entra, ha delle direttive da seguire. I diktat vengono da Palazzo Spada, dettati da qualcuno che nel frattempo si basculava per ammorbidire gli stivaloni.