Terni, dal tubo alla Cascata: una città “attrattiva” grazie ai piccoli musei

Terni piazza tacito banca d'Italia
Villa Morandi

Il museo della Pressa; il museo della Fontana altrimenti detto “del tubo”; la vecchia sede della Banca d’Italia che la Fondazione Carit ha fatto sapere di voler usare come sede di un museo (ma di che?), i capannoni di Papigno che si vorrebbero usare come museo (di archeologia industriale? Dei motorismo ternano?); il museo delle armi, pronto mai mai aperto. Adesso, dato che si vende Villa Morandi, una villa del XX secolo, a fianco alla Cascata c’è chi propone – c’è un atto di indirizzo approvato in consiglio comunale –  di acquistarla e ristrutturarla (ma non bisognava lesinare sulle spese? Perché lì c’è da spendere un “botto”) per farne un museo della Cascata.

Terni avviata verso la connotazione di “città di musei”, praticamente. Nessuno sembra però prendere in conto che andando avanti di questo passo si arriverà prma o poi ad avere un grande museo del centro cittadino lasciato sempre più in abbandono, con pochissimi residenti, con parecchi negozi chiusi, con altrettanti uffici sottoutilizzati.

La speranza è che nessuno venda qualcosa in muratura dalle parti della vecchia zona San Martino, perché ci sarebbe chi propone un museo dei giardini della Passeggiata o della contrada che veniva chiamata – con orrenda espressione maschilista – di “Forafemmine” ; né a nessuno venga in mente di porre in vendita la villa che fu della famiglia Graziani che essendo compresa tra il vecchio stabilimento di Papigno, la centrale di Galleto, la Cascata delle Marmore e quella di Cervara potrebbe riassumere tutto per fare un museo dei musei. A quel punto mancherebbe solo mettere il tutto “a catena” in uno stretto collegamento con Ferentillo e il suo Museo delle Mummie. Sarebbe la ciliegina sulla torta.