Terni, con la “sala ibrida” ospedale sempre più all’avanguardia

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Paparelli, Bartolini e Dal Maso inaugurano la “sala ibrida”

All’ospedale di Terni la sala ibrida è entrata in attività il 25 giugno, quando è stata ufficialmente inaugurata alla presenza del presidente della Regione Umbria Fabio Paparelli, dell’assessore alla sanità Antonio Bartolini e del commissario straordinario dell’Ospedale di Terni Maurizio Dal Maso, dopo che il dottor Fiore Ferilli aveva eseguito i primi due interventi per aneurisma dell’aorta addominale e toracica.

Quella di Terni è una delle 20 più moderne e funzionali sale operatorie italiane che ha richiamato l’attenzione e ha fisicamente riunito a Terni, anche pochi mesi fa, un pool di esperti del settore provenienti da tutta Italia, consapevoli dei nuovi importanti scenari che questo traguardo tecnologico apre alla chirurgia di alta specialità per il trattamento di casi complessi che interessano chirurgia vascolare e cardiochirurgia, radiologia interventistica e neuro-angioradiologia, neurochirurgia, ortopedia, urologia e chirurgia toracica.

Il vero punto di forza, che la rende al momento unica rispetto quelle finora esistenti in Italia, è che dispone in due sale adiacenti di due identici angiografi con possibilità di uso differenziato (vascolare e neuroradiologico), che sfruttano vicinanza di spazi, tecnologia, consolle di comando e sala multimediale. L’investimento complessivo vale oltre 1,2 milioni di euro.

   “Un investimento di tale portata all’ospedale di Terni – ha spiegato il presidente della Regione Fabio Paparelli – è giustificato dalla presenza di una rete di professionisti che già da anni si distinguono per la grande esperienza in tecniche chirurgiche innovative e nell’approccio multidisciplinare che, con l’ausilio di tecnologie avanzate, tra queste la robotica, hanno permesso di raggiungere punte di eccellenza nel campo della chirurgia specialistica”.

“Questo modello multidisciplinare, abbinato all’alta tecnologia, ha fatto sì che l’ospedale di Terni sia diventato un polo di attrazione anche per gli abitanti delle regioni limitrofe ha aggiunto Paparelli – con una mobilità extra regionale che supera stabilmente il 20-22 per cento dei pazienti e arriva fino al 30% nella specialità di chirurgia vascolare.  Questi risultati, che confermano l’efficacia delle scelte fatte, rafforzano la convinzione che si dovrà continuare ad investire guardando al futuro e quindi all’innovazione e alla ricerca che, nel campo della sanità, sono fondamentali per garantire a tutti i cittadini cure appropriate”.