Terni, Comune “nuovo”: arrivano i privati

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Un Comune diverso quello che risulta dall’esame della programmazione “strategica” e  politica approvata dal consiglio comunale di Terni (20 si, 4 astenuti, 2 contrari con l’M5S che aveva abbandonato per protesta la riunione). Un Comune che delega ai privati.

Si chiama Dup ed è il “presupposto necessario e indispensabile all’approvazione del Bilanco di previsione 2020-2022”. E il bilancio dell’ente non è solo un eenco di cifre, di entrate, uscite, investimento e quant’altro. Perché tutto dipende da quali cifre sono dedicate a questo o quell’intervento, quali le priorità individuate. Il bilancio, quindi, programmazione politica.

Ma c’è di più nel documento approvato in consiglio coi voti della sola maggioranza. C’è un diverso ruolo del Comune, una specie di rivoluzione istituzionale, che prevede che esso sia non più inteso come “interlocutore unico della città”, ma invece un “soggetto pubblico che anima e favorisce intese con soggetti privati per il raggiungimento di obiettivi comuni” – spiega il Comune di Terni. Che parla di un cambiamento della “considerazione dei rapporto tra pubblico e privato e si rafforza la volontà di costruire un nuovo modello di interazione … [con]…un molteplicità di risorse private”.

Che cosa tutto ciò stia a significare sembra abbastanza chiaro, ma i contorni restano “leggermente” nebulosi. Intanto: è di questo tipo l’ente comunale così come individuato nella Carta Costituzionale? Il Comune può essere un ente mallevadore e magari anche coordinatore di interventi dei privati? In base a quali parametri si giudicano e si scelgono questi privati che gestirebbero i rapporti tra l’ente che è sintesi di tutta una comunità e i singoli componenti di quella stessa comunità?

Sono dubbi che il Comune – quello di adesso – sicuramente chiarirà. Intanto, stante – ovviamente – lo stato di dissesto e quindi la scarsa disponibilità di risorse proprie sembra che quella di un Comune permeato da privati sia la strada per perseguire obiettivi pratici, per agire con un pragmatismo senz’altro necessario. Per perseguire – si informa – obiettivi come il rafforzamento del ruolo territoriale di Terni, un’iniezione di efficienza alla macchina comunale, le grandi opere pubbliche per il rilancio del Tulipano (ora è diventato proprietà pubblica?), il teatro Verdi, la fontana di piazza Tacito, il parco Cardeto, l’ex mercato coperto (qualcuna di queste non doveva essere già stata completata?). E naturalmente la promozione di “due consistenti nuove aree di attestamento e di vitalità della città, quella dello Sport (area Stadio) e quella dello Staino”.

“Per il bilancio si esce dalla fase emergenziale del dissesto e si va ad una situazione ordinaria, ferme restando le problematiche permanenti del dissesto stesso e quelle sopraggiunte con l’emergenza Covid Fondamentale anche il tema delle  partecipate, FarmaciaTerni risanata, ora è la volta di Asm, con l’azzeramento del contenzioso del Comune – ha spiegato l’assessore Leonardo Bordoni –  Sinergia con la Regione, data anche la vicinanza politica. Dal punto di vista urbanistico due aree di riqualificazione, come quella del Foro Boario con il palasport e vocabolo Staino come area di attestamento per i flussi turistici. Il Pums entra nel 2020 nella fase operativa per programmare e indirizzare le azioni sulla mobilità cittadina, rivisitazione della viabilità ordinaria per renderla più fluida. Il tema della cultura quale elemento di attrattività della città, con il brand del Natale che già sta funzionando mentre prosegue l’investimento su quelli riguardanti il San Valentino e il Maggio.”