Terni, all’Ast “scarico” di produzione e fermata lunga: 25 maggio-2 giugno

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Fase 2, Fase 3, ma soprattutto fase dell’incertezza per molte aziende che riavviano la produzione sospesa a causa dell’emergenza coronavirus. I ritmi produttivi non sono gli stessi, o almeno non sono quelli programmati in precedenza. L’AST deve fare i conti con le esigenze dei suoi clienti che riprogrammando la loro attività o posticipandole determinano variazioni nel “portafoglio ordini”, il che – alla stretta – significa che l’AST registra uno scarico di produzione per la seconda metà di maggio, motivo per cui la fermata di fine mese, già programmata, dovrà essere più “corposa”.

Una fermata che riguarderà l’Acciaieria e le altre aree produttive, oltre agli uffici e alle attività degli impiegati) dal 25 maggio e fino al 2 giugno, fatta eccezione per la laminazione a caldo, che resterà ferma due giorni in meno (dal 27 maggio e fino al 2 giugno), la laminazione a freddo, il Centro di finitura e il Tubificio che fermeranno invece il 30. La divisione fucine continuerà la produzione fino all’esaurimento dei lingotti.

La sospensione del lavoro sarà gestita “con il ricorso all’ammortizzatore sociale previsto dalle disposizioni governative e con gli altri istituti contrattuali sulla base degli accordi che, con le consuete modalità di dialogo improntato alla massima trasparenza e correttezza, potranno essere definiti con le organizzazioni sindacali ed i rappresentanti dei lavoratori”.

Il sindacato (le segreterie territoriali e le Rsu di AST) esprimono il loro stato di preoccupazione: “L’azienda ha di fatto comunicato una fermata generalizzata, nel mese di maggio, come comunicato ai lavoratori da parte della RSU. Per il mese di giugno, nello specifico, non si hanno elementi concreti di analisi”, scrivono in un comunicato. “questa incertezza, la difficoltà di ragionare concretamente nel suo complesso, di come AST si pone rispetto alle questione di crisi che sta emergendo non fa altro che alimentare la paura dei lavoratori e del territorio nel quale operano, anche visto il contesto passato dove i lavoratori hanno portato avanti una delle vertenze più dure degli ultimi anni”.

“Siamo consapevoli della situazione complicata – aggiungono i sindacati –  il rischio che le produzioni di Acciai Speciali possano essere messe in discussione non solo dal momento ma anche da una programmazione a medio e lungo termine da parte della multinazionale, che tra l’altro come riscontro ha visto e vede lo svuotamento di competenze nello stabilimento”. Per questo informano i rappresentanti dei lavoratori “abbiamo chiesto chiarezza sull’attuale politica commerciale della multinazionale, che deve traguardare questo momento, al fine di evitare possibili rischi. Inoltre riteniamo che la prossima cassa integrazione debba tutelare ulteriormente il salario e l’occupazione dei lavoratori, visti gli enormi sacrifici compiuti fino a qui e tra l’altro in più occasioni riconosciuti e elogiati dalla direzione aziendale”.