Terni 1964, nasce il gruppo Psiup, ma la giunta non cambia

il 27 febbraio 1964, a Terni si costituì ufficialmente in consiglio comunale il gruppo del Psiup, il Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria, nato dalla scissione avvenuta nel Psi dopo la costituzione del governo di centro sinistra insieme alla Dc.

Era stato Mario Benvenuti, assessore socialista, ad informare con una lettera inviata al sindaco Ezio Ottaviani della costituzione del gruppo autonomo in seno al consiglio comunale. Gruppo cui Benvenuti dichiarava di aderire. Il sindaco ufficializzò il tutto leggendo la lettera in apertura di seduta dell’assemblea.  Benvenuti, nel rinnovare la fedeltà agli ideali del socialismo, riconfermava la piena adesione alla politica amministrativa della giunta comunale ed a nome del Psiup rivendicava la legittima presenza della nuova formazione politica a tutti i livelli e, quindi la propria permanenza in giunta. L’adesione al gruppo cosiliare Psiup fu comunicata anche dal consigliere Sandro Parroni.

La presa di psoizoone del’assessore Benvenuti era anche tesa a prevenire eventuali tentativi di cambiamento della maggioranza. Tra gli accordi del Psi e della Dc, in seguito ai quali il partito guidato da Nenni entrava nella “stanza dei bottoni”, c’era anche quello secondo cui si sarebbero costituite giunta di centro sinistra in ogni comune in cui fosse possibile.  “L’atto costitutivo del Psiup in questo consiglio è la secessione di un gruppetto che non ha seguito e spazio politico”, intervenne a nome del Gruppo del Psi l’assessore Bruno Capponi, il quale invitò Benvenuti a dimettersi da componente della giunta comunale, se non altro per un rispetto della volontà degli elettori che lo avevano votato.

“Si tratta di comporre una nuova unità – replicò Eclo Piermatti, capogruppo del Pci – Unità che si articoli su vari livelli. Noi comunisti vogliamo continuare la collaboraziione col Psi nonostante le differenze che ci dividono sul piano ideale e politico – chiarì – e vogliamo estendere tale collaborazione al Psiup e a tutte quelle forze che vogliono battersi per la costituzione della Regione umbra e per un programma di leale progresso dell’Umbria”. Furono le prime mosse verso una linea politica che diverrà in seguito cavallo di battaglia del Partito comunista, il “compromesso storico”. La validità delle ipotesi illustrate da Piermatti fu confermata e rafforzata dall’intervento di Emilio Secci, ex sindaco di Terni, in quel momento senatore, ma anche consigliere comunale a Terni. Secci parlò della possibe alleanza, tra il Pci e gli altri due partiti “che hanno una comune matrice e sostanza socialista e quelle forze cattoliche che vogliono il rinnovamento della società italiana, scrollandosi di dosso l’ipoteca della Dc”.

E i democristiani? Cosa dissero in quella riunione? Renato Rinaldi e Nicola Molè, intervennero annunciando di rinunciare a chiedere le dimissioni della giunta comunale, in considerazione del fatto che di lì a pochi mesi si sarebbero tenite le elezioi amministrative. Nel frattempo, comunque, la Dc  riteneva proprio compito quello di richiamare i socialisti alla coerenza e a rompere l’accordo col Pci. I consiglieri del gruppo Psi erano rimasti in sei, dopo la costituzione del gruppo Psiup. Pci e Psiup insieme potevano contare su diciotto consiglieri. Una larga maggioranza, se si considera che i consiglieri comunali erano trenta.

Intervenendo a nome del Psi l’assessore Bruno Galigani e il consigliere Moretti affermarono che, sia pure con le dovute riserve, il loro gruppo consiliare prendeva atto dell’accaduto, che riconfermava l’alleanza di sinistra. Ciò in attesa del responso delle urne, ormai prossimo.

Le elezioni amministrative, che ebbero luogo nel mese di novembre, dissero apertamente che gli elettori ternani volevano un’amministrazione di sinistra: il Pci ebbe il 42,5 per cento dei voti; il Psiup il 3,4; il Psi il 13,4; la Dc il 21,9 il Psdi 3,5, Pri 2,9, Pli 4,2; Msi 8,2.

 

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