Sui Sibillini l’aereo del mistero

Un mistero che per otto giorni appassionò mezza Europa e che determinò una mobilitazione generale che interessò l’Umbria meridionale, le Marche, il Reatino, il Viterbese ed infine l’Abruzzo. Vasta fu la zona setacciata in quegli otto giorni alla ricerca di un aereo belga scomparso la sera del 13 febbraio 1955, una domenica.

Miss Italia 1953
Marcella Mariani

Alle 19 e 55 il pilota aveva comunicato via radio all’aeroporto di Ciampino di trovarsi sulla verticale di Viterbo e di apprestarsi a compiere le operazioni di atterraggio. Poi più niente.
A Ciampino un nutrito gruppo di fotografi aspettò invano l’arrivo di Marcella Mariani, miss Italia 1953, una ragazza di 18 anni in carriera nel mondo del cinema. All’uscita dai cancelli dell’aeroporto le sarebbe stato consegnato un gran mazzo di tulipani gialli e rossi e le sue foto avrebbero fatto il giro dei giornali. Era su quell’aereo della compagnia “Sabena” che da Bruxelles era diretto a Leopoldville, nel Congo, e che avrebbe dovuto fare scalo a Roma. I passeggeri a bordo erano ventuno, tra cui due bambini, cui si aggiungevano le otto persone dell’equipaggio. Marcella era l’unica italiana: nella capitale belga aveva preso parte ad uno spettacolo. C’era anche sua madre a Ciampino, ad aspettarla. Ansiosa, per un ritardo che non aveva spiegazioni. Dov’era Marcella? E l’aereo? Ci si rese conto ben presto che era accaduto qualcosa di grave. Anche se nessuna segnalazione era giunta su velivoli precipitati si dette subito l’allarme ed iniziarono le ricerche, prima nel viterbese. Una mobilitazione immediata e molto vasta, ma ostacolata dal maltempo ed infruttuosa. Il mattino seguente si cominciò a pensare che, per un qualche motivo, l’aereo avesse cambiato rotta. Il raggio di azione per cercarlo si ampliava notevolmente: palombari in azione nei laghi di Vico e di Bolsena; aerei sul mare Tirreno; mezzi di terra sui monti del Ternano e della Valnerina. Un ricognitore statunitense lanciò il primo allarme: rottami di aereo si trovavano in un canalone sul fianco del monte Vettore, sui Monti Sibillini. Immediatamente su quel punto si concentrarono tutte le ricerche. Voli di ricognizione erano possibili solo ad intermittenza a causa delle abbondanti nevicate che si suseguivano. Bisognava arrivarci via terra. A Norcia si concentrarono reparti dell’esercito provenienti dalla scuola sottufficiali di Spoleto, carabinieri e polizia e vigili del fuoco. Arrivarono anche testimonianze: qualcuno, nonostante la tormenta di neve in atto il 13 a sera, aveva sentito il rumore di un aereo che volava a bassa quota, tra Norcia e Cittareale. Poi ci fu chi parlò di un bagliore di luce.

L'area delle ricerche
L’area delle ricerche

Mentre continuavano, affannose le ricerche, ci si domandava il perché l’aereo, un DC 6, moderno e potente, avesse cambiato rotta. Si diffuse la voce secondo cui i servizi segreti italiani, belga e statunitense stessero indagando su un possibile dirottamento verso l’Albania. E ci fu chi rivelò che a bordo c’era, tra i bagagli, un vero e proprio tesoro, cosa che in effetti, quando i rottami furono individuati, trovò conferma: tra i rottami furono ritrovate sette cassette metalliche contenenti diamanti lavorati ad Anversa e spediti in Africa.
Ci vollero otto giorni perché, alla fine, un aereo notasse un rottame, la coda dell’aereo, che sbucava da una coltre di neve. Era sul Terminillo, dove il DC 6 era precipitato mentre infuriava la tormenta. La neve, copiosa, aveva poi ricoperto praticamente tutto.
Risolto quello sulla fine dell’aereo belga è rimasto irrisolto un altro mistero: cos’erano quei rottami di aereo sul Monte Vettore? In effetti alcuni esperti dell’Aeronautica Militare italiana esclusero da subito che essi appartenessero al Dc 6 della “Sabena”. Forse un aereo caduto durante la seconda guerra mondiale, dissero. Ma nessuno ricordava (erano passati in fondo una decina di anni) che lassù fosse precipitato un qualche velivolo. Né la questione fu chiarita in quell’occasione. Di quei rottami fantomatici non si parlò più una volta spostata l’attenzione verso il Terminillo.

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