Sanità, Terni si rilancia: chiede nuove strutture e blinda l’azienda ospedaliera

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VOTO UNANIME IN CONSIGLIO, NUOVI OSPEDALI A TERNI E NARNI-AMELIA

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Una posizione condivisa, su cui si sono trovati d’accordo maggioranza ed opposizione. Un atto votato all’unanimità dal consiglio comunale di Palazzo Spada. Disegna come si vuole che diventi il sistema sanitario di Terni e dell’Umbria del Sud; pone punti fermi, avanza richieste,“ istanze, considerazioni e precisazioni proposte in merito alle criticità del sistema e della politica sanitaria ternana, rese maggiormente evidenti dalla pandemia in atto”.

Il mandato che il consiglio dà al sindaco e giunta di farsi portavoce delle rivendicazione che vengono da una parte dell’Umbria, in tutte le sedi istituzionale e tecniche a cominciare dalla Regione. Un mandato forte, quindi. Un segno di vitalità, Che nasce da una dimostrazione di responsabilità che ha portato a mettere da parte polemiche sterili, atteggiamenti propagandistici e da muro contro muro. Così Terni ed il suo territorio dimostrano che volendo si può avere la schiena più dritta.

Si parte, se così fosse o sarà, dal problema sanità, la salute. La necessità di mettere mano ad un settore che presenta come fattori di debolezza – recita il documento approvato – “la significativa crescita dei costi accanto all’esistenza di carenze storico-strutturali e organizzative del passato, tuttora perduranti, che si collocano in un ambito territoriale particolare per geografia, ambiente e composizione della popolazione. Per tutti questi motivi si ritiene indispensabile un cambio di paradigma, il rinnovo delle infrastrutture e la riorganizzazione della rete ospedaliera del territorio, partendo da un’integrazione sempre più stretta tra l’azienda ospedaliera e gli ospedali comprensoriali, al fine di raggiungere un’ottimizzazione delle risorse e una gestione dei carichi di lavoro una più efficiente”.

E’ la questione. Tutto ruota attorno a queste poche frasi, che nella sintesi fanno un ritratto efficace della situazione e delle misure necessarie per arrivare – come si è suggerito – ad un “cambio di paradigma”.

Il documento – elaborato dalla seconda commissione consiliare ed illustrato all’assemblea della presidente, Rita Pepegna- ricorda che da anni Terni chiede la realizzazione della Città della Salute, un progetto indispensabile e sempre disatteso nella sua realizzazione. E’ in questo quadro fondamentale la costruzione di nuove strutture Ospedaliere per Terni, Narni e Amelia, “che ad oggi risultano inadatte ed obsolete per un cambiamento orientato anche alla cosiddetta medicina traslazionale un approccio interdisciplinare finalizzato a “tradurre” velocemente la ricerca di base in sperimentazione clinica e la sperimentazione di successo in nuove pratiche sostenibili ed efficaci di prevenzione e cura”. 

E che nessuno pensi di non mantenere a Terni “un’azienda ospedaliera ad alta specialità, non unificata a quella di Perugia, ricordando che la peculiare posizione geografica delle strutture di Terni, Narni e Amelia generano un flusso di mobilità attiva da parte delle regioni confinanti che apporterebbe un introito non indifferente nel bilancio sanitario regionale.  In alternativa il documento chiede la possibilità di confrontarsi sulla possibilità di un IRCCS (Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico) che ha preponderante valenza scientifica e carattere di eccellenza del livello dell’attività di ricovero e cura di alta specialità al fine di assicurare una più alta qualità dell’attività assistenziale. 
“È indispensabile in questo contesto – aggiunge il consiglio comunale ternano – il ripensamento del rapporto con l’Università che deve essere, per sua indole, uno degli elementi portanti di questo progetto di rinnovamento, insieme ad altri fattori indispensabili quali: – il necessario adeguamento, nel numero e nelle professionalità, del personale medico, infermieristico, riabilitativo, degli operatori socio-sanitari e amministrativo; – il potenziamento e la riorganizzazione delle aggregazioni funzionali territoriali (AFT); il potenziamento e la riorganizzazione dell’assistenza primaria del territorio; – lo sviluppo della “Telemedicina” come ulteriore importante mezzo di indagine e cura domiciliare”.

A tutto ciò si aggiunge un “raddrizzamento della schiena” da parte di Terni, quando si chiede di
provvedere alla “stesura di un piano di prevenzione regionale rinnovato alla luce della attuale situazione e per le possibili future e che la Regione coinvolga la commissione tecnico-politica consiliare comunale e il Sindaco di Terni come benchmark di riferimento delle esigenze del territorio della provincia di Terni nell’ambito dei tavoli di discussione per la stesura del Programma Sanitario Regionale, nel quale dovrà necessariamente essere inserita la visione del sistema sanitario locale”. In un settore così delicato e così pesante per i risvolti sociali ed economici che esso riveste, ora c’è a disposizione una buona bicicletta.