Sanità, i sindacati scrivono alla Regione: “Ci sono precari da stabilizzare”

La Presidente Tesei e l’assessore alla salute Coletto

Ormai le scivono, forse perché “carta canta e villan dorme”. Fattostà che dopo i componenti dei gruppi di minoranza al consiglio regionale – che continuano a non conoscere risposta alle loro proposte – alla presidente Donatella Tesei si rivolgono per lettera pure i sindacati.

L’hanno fatto Luca Solano di Nidil Cgil Terni, Vanda Scarpelli di Nidil Cgil Perugia e Rocco Ricciarelli di Felsa Cisl, somno i sindacati di categoria dei lavoratori della sanità. Gente in prima linea sempre, ma specialmente e particolarmente in questi ultimi tempi.

La lettera ponte un problrma che riguarda proprio loro. “”I lavoratori somministrati impiegati da Gigroup spa presso Umbria Salute aspettano ormai da troppo tempo delle risposte chiare, a fronte di un percorso che sembrava definito ormai dal lontano dicembre 2018, ma che ancora non si è realizzato”. Inizia così la lettera che i sindacati hanno inviato il 14 aprile, alla presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei e all’assessore alla Sanità, Luca Coletto. 

“Umbria Salute è diventata un’azienda chiave per il buon funzionamento della sanità umbra – scrivono Luca Solano di Nidil Cgil Terni, Vanda Scarpelli di Nidil Cgil Perugia e Rocco Ricciarelli di Felsa Cisl –  ma per svolgere il suo fondamentale compito si avvale ormai da troppi anni di lavoratori precari, che svolgono ruoli chiave nella prima linea dei servizi territoriali, a supporto di quelle figure sanitarie riconosciute in questo periodo come essenziali nel garantire la salute pubblica”.

“Il tempo è una variante importante, siamo ormai giunti alla metà di aprile e la scadenza dei contratti di questi lavoratori è prevista per il mese di novembre – ricordano i sindacati – Torniamo quindi a sollecitare l’avvio di un confronto utile a definire un percorso che veda il riconoscimento delle competenze acquisite e la necessaria stabilità del lavoro. Operare per garantire la tutela della sanità pubblica comprende anche definire certezze per quei lavoratori che da anni lavorano in condizioni di precarietà”, concludono Nidil Cgil e Felsa Cisl.