Salvaguardia del sito Ast: nessuno può tirarsi indietro

Terni torre acciaierie Ast
Terni Ast Acciaierie thyssenkrupp

di GIOCONDO TALAMONTI*

La vendita della acciaieria ternana da parte della TK-AST è un problema preoccupante e delicato per quanto riguarda i giovani che non hanno lavoro e che vedono nell’azienda un’opportunità di futuro. Il Piano industriale dell’acquirente dovrà dettagliare, l’entità degli investimenti, i volumi produttivi in grado di consentire la piena occupazione, la compattezza del sito e la competitività sui mercati internazionali. Non vorremmo che il sito ternano strategico per l’Italia per quanto riguarda gli acciai speciali sia appetibile oggi in vista dei consistenti fondi europei per lo sviluppo di tecnologie innovative che verranno messi a disposizione per il lavoro e l’impresa e che in prospettiva, se non si fissano, oggi, i paletti giusti e condizionanti da parte delle istituzioni locali, regionali e nazionali potremmo avere delle sorprese non piacevoli.

L’assicurazione che non ci sia un eventuale ridimensionamento dovrà essere garantita in particolare dallo Stato per la strategicità del sito, per qualità del prodotto dall’acciaieria ternana, ma anche dalla qualità delle maestranze. L’idea potrebbe essere quella di acquisire, da parte dello Stato, delle quote societarie dell’AST, in un momento di crisi, tra l’altro aggravata dal Covid-19, perché mentre le industrie siderurgiche europee hanno continuato a lavorare, la TK-AST è stata, come le altre industrie siderurgiche, chiusa, cedendo all’estero quote di mercato.

In momenti come questo è indispensabile una visione d’insieme in armonia con l’interesse generale. La salvaguardia del lavoro e del benessere dei cittadini ternani è una priorità da combattere
insieme, per non trasformare la crisi da economica a sociale Non ci dovrà essere, da parte di chi acquista, la delocalizzazione di parte dello stabilimento italiano all’estero, con la scusante che il
costo del lavoro, in Italia, sarebbe troppo alto.

Anche l’Unione europea non può tirarsi fuori per quanto riguarda la concorrenza sleale da parte dei colossi extraeuropei che invadono il mercato europeo con acciaio a basso prezzo, mettendo in crisi
l’occupazione nel settore siderurgico. La Commissione europea dovrà recepire che occorre il varo di misure antidumping. In pratica dazi per proteggere il mercato dalle vendite sottocosto. 

L’Associazione Berlinguer, come sempre, è a fianco dei lavoratori cercando di mettere sul tappeto idee in grado di rafforzare la capacità di risposta alla crisi e di stimolare politiche che guardano alla crescita e allo sviluppo del territorio.

*Presidente Associaz. Berlinguer – Terni