Rifiuti: per evitare guai meglio controllarli fin dentro l’inceneritore

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Trovano un pezzo di carta, una busta, una ricetta in un sacchetto di rifiuti abbandonato e senza perdere manco un minuto ti appioppano una sanzione di seicento euro. Quando capita… Perché episodi del genere non sono così  numerosi, a dire la verità, a Terni.

Basta farsi un giro nel centro cittadino, un centro luci e ombre, un modo dire dal significato particolare a Terni dove le luci sono quelle degli spruzzi a colori di piazza Europa (oooh, meraviglia) o quelle delle proiezioni luminose sulla facciata del Municipio (ari-oooh, ari meraviglia!). Invece le ombre sono quelle dei vicoli del centro storico dove si trovano spesso sacchi di rifiuti di non si sa chi, visto che il “gettito” d’immondizia va avanti con continuità ed è quindi lecito pensare che non ci siano state sanzioni. Che sono sacrosante. Ma anche qui attenzione: non si può procedere alla “sanfasòn”. Perché la questione può diventare complicata e portare ad un contenzioso impegnativo, lungo, tortuoso e costoso.

Sara Francescangeli

Sarà probabilmente così nel caso che vede coinvolta Sara Francescangeli, avvocato, uno degli assessori ultrarapidi di una delle varie giunte succedutesi dal 2018 in qua. Proprio lei. Che in quei tre mesi da assessora ha lavorato proprio al regolamento comunale col mandato di inasprire le sanzioni per atti di inciviltà di chi lascia i rifiuti sull’angolo della via. E’ accaduto – racconta “che a dieci chilometri da casa mia, in una strada di quartiere –via delle Terre Arnolfe – è stato trovato un sacchetto abbandonato di rifiuti: dentro c’erano anche un paio di documenti col mio nome ed una ricetta strappata intestata a mia madre. E così mi hanno convocata dai vigili urbani informandomi che dovevo pagare seicento euro di multa”.

A chi tocca, tocca: qui bisogna fare cassa (ovviamente per le gestioni allegre delle giunte di prima) e non bastano gli introiti – pur corposi – dell’autovelox di Maratta. E poi – via! – non si possono avere riguardi. “Le pare che io faccio dieci chilometri per abbandonare alcuni pezzi di carta? Non è più comodo usare i contenitori sotto casa? Le pare che possa non sapere quali sono le sanzioni e quali le regole, dopo che ci ho lavorato personalmente per stabilirle? ”.

Certo, chi fa l’avvocato come Francescangeli, di carta con sopra scritto il suo nome ne butta parecchia. “Il problema è stabilire la responsabilità diretta. Chissà quale strada hanno fatto quei tre pezzi di carta per finire in quel sacchetto. Ma mi si contesta la responsabilità in solido”. Il che significa – spiega –“che io sono comunque responsabile dei miei rifiuti anche dopo che li ho conferiti all’Asm. Se il ragionamento è questo per il cittadino non c’è modo di difendersi, a parte il ricorso che non tutti e non sempre possono permettersi a livello di costi”. “il caso che mi riguarda è un esempio –conclude – di come è facile finire tra i tartassati”.

Vedremo come andrà a finire. L’esito del ricorso che Sara Francescangeli ha ovviamente presentato servirà a fare chiarezza e anche ad evitare tartassamenti che potrebbero essere ingiusti.