Recovery plan, in Umbria la Sanità ternana resta Cenerentola

sanità cgil

L’Opinione

di GIORGIO LUCCI*

terni cgil fp carcere

La delibera 140 dell’assemblea legislativa regionale di fine aprile, votata all’unanimità dei presenti, sui temi della sanità, può senz’altro essere considerata un passo avanti rispetto ad alcune proposte che sono state inserite nel libro bianco, documento propedeutico al Piano Sanitario Regionale, e nel Piano Regionale di Recovery Plan.

L’assemblea impegna la Giunta ad inserire nel Piano sanitario regionale la costruzione del nuovo ospedale di Terni, parlando per le prima volta di “alta specializzazione”, un miglioramento rispetto alla prospettiva di Azienda unica prevista nel libro bianco e di quanto contenuto nel Recovery Plan, dove non vi era certezza di tempi, modi e finanziamento. Rimane invece tutte la nostra perplessità al concorso dei privati nella realizzazione dell’opera, per la quale eventualmente chiederemo la massima trasparenza.

Sempre nella delibera si torna indietro rispetto al contenuto del libro bianco, dove si prevedeva un
unico dipartimento interaziendale di prevenzione: ora infatti si parla di potenziare e rafforzare due
distinti dipartimenti di igiene e prevenzione nelle due Asl. Al punto 4 si parla anche di rafforzare la medicina del territorio, la sanità pubblica, l’azienda ospedaliera di Terni, utilizzando anche un adeguato confronto e partecipazione, tutti temi apprezzabili, che dovranno essere contenuti nel Piano sanitario regionale, su cui chiederemo sia avviato un percorso condiviso con le parti sociali e su cui vigileremo.
Rimangono però forti carenze nel Piano di Recovery Plan che si esplica su tre direttrici: 1) ammodernamento strutture, riqualificazione, rischio sismico; 2) Inclusione sociale; 3) Nuove strutture

Nelle prime due direttrici è prevista solo una quota destinata all’ospedale di Orvieto per il rischio
sismico da dividere con gli ospedali di Foligno e Spoleto; per l‘Umbria Sud non è previsto nessun altro
investimento.

Nelle nuove strutture è prevista la Città della Salute, che dovrebbe essere realizzata nell’area
limitrofa all’azienda ospedaliera (prevista per la gestione amministrativa, inoltre all’interno dovrebbero
essere realizzati, locali commerciali, sala conferenze, foresteria e ambulatori, 118), ma tale progetto
non porta alcuna innovazione. Inoltre, se si esclude la costruzione dell’ospedale di Narni e Amelia, intervento previsto già da tempo, e l’azienda ospedaliera, su cui abbiamo già detto, rimane solo la Casa della Salute di Orvieto, su cui ci sono idee estremamente confuse almeno rispetto all’ubicazione, (che in prima analisi doveva essere l’area della Caserma Piave, poi rivista presso un’area limitrofa il vecchio ospedale) .
Rimane però irrisolta la previsione di ridurre i distretti da 12 a 5/6, in completa distonia con la
proposta di rafforzare la medicina del territorio, così come mancano tutta una serie di strutture per
potenziare la continuità assistenziale, Mancano nel Piano Regionale di ripresa e resilienza per il territorio di Terni, nuove strutture RSA, così come non c’è traccia delle Case di Comunità e delle Strutture del “DOPO DI NOI“ ; strutture legate alla Salute Mentale, alla tossicodipendenza, al disagio giovanile e alla salute di genere, mentre è diventato ormai indispensabile prevedere strutture dedicate alla riabilitazione ed un potenziamento dell’assistenza domiciliare. Tutte strutture invece previste per l’area Nord dell’Umbria.

Riteniamo che così come previsto il Recovery Plan, che doveva a essere una opportunità unica per un
forte miglioramento dei servizi sanitari del territorio, rischia ancora una volta di essere un’occasione
mancata e di relegare la sanità ternana al ruolo di Cenerentola dell’Umbria.

*Funzione Pubblica-Cgil