Dichiaratamente, ostentatamente e grossolanamente di parte, l’assessora è riuscita comunque a far sì che la figura barbina non la facessero solo i suoi (quelli della Lega, ovviamente), ma anche tutto il resto di una città, che vanta alle proprie spalle decenni di tolleranza, di solidarietà, di accoglienza anche se certe parole e concetti sembrano essere stati buttati nei tombini anche a Terni. Figura barbina in cui la sventatezza dell’assessora ha trascinato anche il suo leader, il re del selfie, partito subito lancia in resta affondando lo spadone da “crociato”.
Lo fa ad esempio la Flc-Cgil nazionale, il sindacato dei lavoratori della conoscenza, visto che altre voci critiche non si sono ancora sentite, almeno a Terni. Un lungo comunicato con cui, in sostanza, la Flc inserisce l’uscita dell’assessora nella “campagna delle bufale leghiste”, riporta le dichiarazioni della dirigente scolastica messa in stato di accusa, la quale riferisce come in incontri ufficiale l’Alessandrini abbia ribadito che lei risponde del suo operato solo alla Lega; riferisce la valutazione del segretario generale della Flc, Francesco Sinopoli: “Quello che è accaduto è di una gravità inaudita. L’assessore all’Istruzione del Comune di Terni esprime una concezione padronale e proprietaria delle istituzioni, della scuola che pensa di poter utilizzare al servizio della campagna elettorale del proprio partito. Un’idea incompatibile col dettato costituzionale e con la democrazia in genere”.
Non manca la dichiarazione dura del segretario provinciale dell’Flc, Marco Vulcano il quale, dopo aver chiesto al sindaco Latini di ritirare la delega all’Alessandrini, fa presente che “L’istituto scolastico al centro della polemica è un fiore all’occhiello dell’istruzione pubblica di qualità, una scuola con tanti iscritti e un’importante presenza di migranti perfettamente integrati. Attaccare questo esempio virtuoso – prosegue Vulcano – per chi pensa di costruire il proprio consenso sull’odio e su fantomatiche contrapposizioni identitarie, è evidentemente strategico e per farlo non si sono risparmiati i bambini, catapultati dentro una vicenda tutta ideologica che di certo non rende la didattica più serena”.