Piediluco, sta di nuovo svanendo il sogno di un moderno centro di canottaggio

Piediluco canottaggio

“Stavolta eravamo arrivati lì lì, ma mi sa’ che avere un centro federale di canottaggio come lo sogniamo da amni rimarrà appunto un sogno”. Se Piediluco avesse un sindaco quello sarebbe Sandro Piccinini. Da anni si batte: prima presidente di circoscrizione, poi consigliere comunale,adesso cittadino impegnato per sollevare i problemi della zona.

Di che parla Piccinini? Del fatto che quasi quasi bisogna ringraziare la sindaca Raggi che si è messa di traverso su quella storia di Roma e le Olimpiadi del 2024. Grazie al suo rifiuto di candidare la capitale italiana all’organizzazione dei giochi, si è almeno evitata una figuraccia, dalle parti di Terni. Perché si era proposto che il lago di Piediluco fosse in qualche maniera utilizzato e rientrasse nel sogno olimpico, magari anche come centro di allenamento. Correva l’anno 2015, quando si presentò un papier all’allora presidente del Coni Malagò. La cosa avrebbe consentito di investire per migliorare di molto l’impianto federale di canottaggio – che ormai dimostra tutta la sua età – e l’avrebbe messo nelle condizioni di organizzare a Piediluco grosse manifestazioni del remo a livello internazionale già a partire dal 2021, l’anno prossimo, cioè.

Invece niente. Ma non per colpa della sindaca Riaggi. Il fatto è che si è fatto il progetto, si sono trovati i soldi (800mila euro dei canoni idrici), più ottantamila promessi dalla Erg che siccome le acque del lago le utilizza per produrre energia elettrica, si è impegnata per una “carineria” . Però quei soldi la Erg disse che non poteva approntarli prima del 2020.

Ora nel 2020 ci siamo, ma dove sono gli ottocentomila euro che la Regione aveva belli e pronti? Soldi che spettano a Terni, essendo una parte del milione e 400 mila euro circa dei canoni idrici, che poi sarebbero finanziamenti che vanno ai territori che sopportano disagi  da impianti tipo le centrali che si trovano in zona. Soldi scantonati in economia, si dice. Vale a dire messi lì da una parte e bloccati. Come bloccato è tutto quanto il progetto di rinnovamento e adeguamento del centro remiero. I lavori non possono essere appaltati perché non c’è il progetto esecutivo; ma il progetto esecutivo non si può fare ancora perché esisterebbero delle “criticità irrisolte”. Il tutto dipenderebbe dalla Regione (di prima) perché nessuno dei suoi rappresentanti politici e tecnici partecipava alle riunioni convocate dal Comune di Terni; o perché il centro federale non ha prodotto proposte richieste a correzione del progetto di massima; o perché la soprintendenza ha imposto vincoli paesaggistici. Alla fine sembra che questi vincoli possano essere anche tolti, ma il Comune di Terni non avvia la la pratica.

Fattostà che non si potrà nemmeno pensare a entrare di nuovo nel circuito delle gare importanti del canotaggio internazionale. Almeno non entro termini ragionevoli di tempo.

Colpa di questo, colpa di quello, fattostà che ci si trova ancora una volta di fronte ad uno strano caso. E il problema è che invece di affrontare la questione cercando collaborazione si sta ancora a fare duelli di sciabola per scoprire di chi è la colpa. E’ il sacrificio da fare quando si pensa soprattutto alla propaganda.