Clamorosa protesta di alcuni componenti la nazionale italiana di scherma in ritiro preolimpico a Piediluco. Alcuni di loro, in polemica con la federazione, abbandonarono il ritiro che doveva servire a formare la squadra da schierare alle Olimpiadi di Roma.
La questione era grave, anche perché all’inizio dei giochi olimpici mancavano solo tre settimane. E certo si disperava, ormai, di rimpinguare il medagliere italiano delle Olimpiadi “di casa” coi risultati di una specialità che quattro anni prima, a Melbourne, aveva vinto tre medaglie d’oro, due d’argento e due di bronzo.
La frattura e la divisione in due gruppi in seno alla Fis, durava da qualche mese. Alcuni atleti in dissenso con la decisione del Coni di commissariare la federazione s’erano rifiutati di scendere in pedana a rappresentare l’Italia nelle competizioni internazionali.
In vista delle Olimpiadi di Roma, s’era giunti, faticosamente ad un accordo, e si era deciso di ritirarsi nella pace di Piediluco per superare le ultime difficoltà. Invece, all’improvviso, scoppiarono nuove divergenze legate ai criteri di composizione delle formazioni azzurre. Gli schermidori dissenzienti abbandonarono così il ritiro.