Perugia decide: giù la Rocca Paolina

17 dicembre 1860

Nella riunione tenutasi quel giorno l’assemblea cittadina autorizzò la giunta a far eseguire i lavori di demolizione della Rocca Paolina. La Rocca era diventata di proprietà della città di Perugia appena due mesi prima, il 15 ottobre 1860, quando il Commissario governativo per l’Umbria Gioachino Pepoli, rappresentante dello Regno d’Italia appena costituito,  decretò che essa, “espropriata” così come gran parte dei beni ecclesiastici da parte del nuovo stato unitario, fosse assegnata al Comune.
La demolizione della rocca fu l’occasione anche per procedere ad una riorganizzazione urbanistica di quella parte della città che era stata fortificata nel XVI secolo. Fu il papa Paolo III a volerne la costruzione che avvenne su progetto di Antonio da Sangallo il Giovane. Il maniero sorse sopra ed al posto delle abitazione di proprietà della famiglia Baglioni allora in contrasto con il potere pontificio.
Fu demolendo la Rocca paolina che a Perugia si realizzarono quelle che oggi sono via Calderini, via Mazzini e la parte iniziale di corso Vannucci. Tra le ragioni più importanti che motivarono la decisione, comunque, va anche considerata la volontà di cancellare un simbolo del potere del papa: i perugini non avevano certo dimenticato l’eccidio del 20 giugno 1859.

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