Per la Regione L’Ex Milizia non è utilizzabile come struttura anti Covid

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L’assessore Luca Coletto

“L’ex Milizia non è utilizzabile perchè la struttura è di proprietà dell’Ater e al primo piano mancano impianti e finiture”. E la risposta, definita “sconcertante” dai consiglieri ternani alla Regione Umbria, Thomas De Luca e Fabio Paparelli alla loro interrogazione con cui chiedevano alla giunta regionale di utilizzare immobili che già fanno parte della Regione per affrontare la seconda ondata pandemica. “Una proposta che le minoranze hanno avanzato la prima volta già dallo scorso mese di aprile, senza mai essere state prese in considerazione e che ora riceve questa risposta dall’assessore regionale alla Sanità, Luca Coletto”, scrivono in una nota Thomas De Luca (M5S) e Fabio Paparelli (PD).

“Nel frattempo l’Umbria è diventata zona arancione – ha detto De Luca in consiglio regionale – siamo al 58% di saturazione delle Terapie Intensive, secondi solo dopo la provincia autonoma di Bolzano, siamo al 54% di saturazione dei posti letto totali disponibili negli ospedali. Ci sono attualmente 424 ricoverati Covid a fronte dei 576 posti letto previsti dal piano di potenziamento. Il sistema di tracciamento, con circa mille positivi e 1.800 persone in isolamento, è andato in tilt. Gli ospedali sono pieni e le terapie intensive sono al collasso. Nonostante questo ci sono strutture sanitarie nuove che sono lasciate completamente all’abbandono”.

Secondo l’assessore Coletto, invece, l’incompatibilità tra i tempi di affidamento dell’appalto e quella di realizzazione dei lavori renderebbe impossibile destinare la struttura alla cura dei pazienti Covid. “Invito l’assessore – ha replicato De Luca dopo l’intervento di Coletto – a venire con me per vedere oltre 3 mila metri quadri che potrebbero essere destinati per allentare la pressione sull’ospedale Santa Maria di Terni e permettere lo svolgimento delle attività di alta specializzazione, al momento compressa a causa dell’emergenza sanitaria. Una risposta piena di cavilli è assolutamente insostenibile. Se un piano deve essere completato, ce ne sono altri fruibili. Se le gare di affidamento devono essere fatte in tempi rapidi non capiamo quale sia l’ostacolo in questo senso viste le procedure d’urgenza attuabili durante una crisi e le deroghe alle procedure amministrative concesse dal governo”.