L’Ecomafia rispolvera il problema della “bomba” di Papigno

Papigno prima dell’industrializzazione

L’Associazione “PapignoPesche”, ha trovato una qualche soddisfazione alla fine. Una soddisfazione amara, magari. Da lungo tempo denuncia i ritardi ingiustificati nel risanamento di una delle 39 aree più inquinate del Paese. La Commissione biparlamentare Ecomafie nella relazione finale “conferma e sancisce in modo netto e inequivocabile ciò che -come Associazione, fin dalla nostra nascita 9 anni fa; come ambientalisti da 17 anni- denunciamo”, sostiene Maria Cristina Garofalo presidente di PapignoPesche. Il problema continua a sussistere, insomma, non fa parte del passato. E’ quel “triste ”primato” che vorremmo non avere – spiega – l’etichetta “SIN” (Sito di Interesse Nazionale), non è proprio come un IGP o un DOC! Sarebbe bene che lo ricordassero, e lo avessero fatto in precedenza gli amministratori di Terni e dell’Umbria e che, è triste registrarlo, senza soluzione di continuità -pur di fronte ad un cambio di colore e di ideologia- continuano a “sorvolare” sulla tematica, rinviando sempre più avanti nel tempo i dettami e gli input ministeriali per l’approfondimento dei carotaggi e l’analisi della situazione delle acque dell’area interessata (l’ex discarica dello stabilimento di calciocianamide di Papigno)”. “Anche recentemente, – riferisce la presidente – in occasione delle visita delle Commissioni I e II del Comune di Terni in paese, ci siamo sentiti apostrofare da alcuni compaesani scettici sulla reale gravità della cosa, di essere quelli che “parlano ancora di cose di tanti anni fa”, senza guardare alle magnifiche sorti e progressive come diceva il Poeta che si spalancano all’orizzonte”.

Ma cosa si fa, allora per bonificare quell’area? “Nel 2012 – ricorda Maria Cristina Garofalo – , insieme all’allora Centro Sociale e alla Circoscrizione Est predisponemmo un progetto “Papigno Insieme”, portato a partecipazione della cittadinanza, che ridisegnava l’intera area, rendendola un’opportunità ricreativa per gli abitanti (soprattutto i più piccoli), e per i turisti. Presentammo il tutto in Comune all’allora sindaco Di Girolamo che, come da prassi, si prese precisi impegni in merito alla sua attuazione e all’accelerazione delle procedure di bonifica, senza che poi accadesse nulla fino alla fine del suo mandato. Lo abbiamo ripresentato alle Commissioni I e II all’inzio di quest’anno, consegnato in copia digitale, ma non ci pare che si sia prodotto un risultato molto diverso dal precedente, dato che dopo la visita in paese…ne abbiamo perse le tracce. Nessun altro contatto –almeno non con la nostra Associazione-  che, come ci venne detto in quell’occasione, avrebbe dovuto esserci per presentare le decisioni prese dalle due Commissioni in merito alle priorità da dare per il risanamento di Papigno.

Il pronunciamento della Commissione Ecomafie accende ora una nuova speranza.