Papigno e il “Ciclista” di Manzini: un monumento dimenticato

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di SANDRO PICCININI

Gianni Manzini

Il Natale quest’anno sarà più povero senza gli auguri di Gianni Manzini, scomparso alla fine di agosto. Un amico, Uno scultore del ferro, del bronzo, dell’acciaio. Un uomo di grandi valori. Operaio presso la fonderia, in acciaieria, Fu insignito dell’onorificenza di Maestro del Lavoro.

Tra le sue opere più importanti la scultura della “Pace” donata all’Avis di Terni e le gambe dorate che sostengono IL basamento su cui poggia l’urna di San Valentino, all’interno della basilica dedicata al patrono di Terni.

Manzini, fu anche insegnante all’Ipsia per la scultura, la formatura e la fUsione artistica.

Tanti anni fa realizzò un monumento dedicato a Giampaolo Spadoni, sportivo papignese,  deceduto giovanissimo: rappresenta un ciclista, quale era Spadoni. La scultura fu posizionata, su proposta della Polisportiva Papigno nell’area di fronte all’ex stabilimento del carburo. Un’area che fino al 2005 ha dato risposte alla gente di Papigno in termini di aggregazione sportiva e per il tempo libero, ma che da allora non è praticabile: necessita di un interventi di bonifica. Più volte è stato sollecitato il Comune a collocare l’opera di Manzini in una posizione più idonea, che la renda visibile alla cittadinanza ed ai turisti che transitano sulla strada di Papigno. Farlo, potrebbe essere un grande gesto di riconoscenza  per Gianni Manzini il quale ha contribuito con i suoi lavori e la sua arte e il suo impegno a far conoscere Terni in Italia.