Bisognava scacciarlo, ma come? Provarono con preghiere e digiuni collettivi; chiamarono esorcisti da ogni parte d’Italia; organizzarono un pellegrinaggio a Montefalco, alla chiesa di Santa Chiara. Tutto inutile: al tramonto, la ragazza si trasformava e, quand’era ora del rosario, lei cominciava a urlare bestemmie. Durò per diverse settimane.
Il fatto, avvenuto all’inizio degli anni Ottanta del secolo scorso, è raccontato nel libro “Mes six Papes”, il diario del cardinale francese Jacques Martin, che fu uno dei più stretti collaboratori di sei pontefici tra cui Papa Giovanni Paolo II: «La donna ossessa – ha scritto il cardinale – si rotolava per terra urlando. Il Papa ha cominciato a pregare pronunciando invano degli esorcismi. Ma quando ha detto alla donna “Domani dirò messa per te” lei è ridiventata immediatamente normale ed ha porto al santo padre le sue scuse». Persino Giovanni Paolo II rimase impressionato: «E’ la prima volta che io incontro un caso simile. Una vera scena biblica!», disse.
Quasi un anno dopo, conlude il racconto il cardinale Martin, la giovane, chiese udienza al Papa. S’era sposata e s’era «completamente liberata dalla possessione diabolica dopo l’incontro con Giovannni Paolo, «Perfettamente serena e felice, attendeva un bambino e voleva dirglielo al Santo Padre», che ne fu ovviamente felicissimo. Del brutto periodo vissuto in precedenza, alla ragazza, non rimaneva nemmeno il ricordo, sostituito da quello dolcissimo dell’incontro con «un uomo vestito di bianco».
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