Pantalla-Todi, centro nascita a rischio: la Regione chiede una deroga

Come fare per salvare il punto nascita di Pantalla-Todi dalla chiusura? SI dovrà chiedere un maggiore impegno alle cittadine e ai cittadini? E sì perché tale tipo di strutture, per restare in funzione, dovrebbero registrare almeno 500 nascita l’anno, si è stabilito a livello governativo. Ora va detto che stando ai dati seppur non recentissimi (2015 e precedenti) una manifestazione di buona volontà da parte degli abitanti della zona del medio Tevere c’è stata: 353 nati nel 2015, ossia una ventina in più rispetto al 2014. Ma una struttura sanitaria può essere trattata alla stregua di una qualsiasi impresa che per restare competitiva sul mercato deve raggiungere un certo livello di produzione?

Insomma, alle prime voci di chiusura di Pantalla, c’è stata la mobilitazione. Perché in fondo – è stato sottolineato – chiudere il punto nascita che serve un bacino piuttosto ampio seppur con circa sessantamila abitanti (un decimo quasi di tutta l’Umbria, comunque) è pur sempre un depauperamento di un territorio.
C’è anche chi ha provato a cavalcare la tigre legando l’evenienza della chiusura a posizioni propagandistiche. Fattostà comunque che la Regione Umbria, tanto è inutile stare a discutere su di chi è la colpa, si è messa in moto. Il presidente Fabio Paparelli ha preso carta e penna ed ha scritto al Ministro della salute, Giulia Grillo, chiedendo una deroga della procedura ministeriale di chiusura del “punto nascita” dell’Ospedale di Pantalla-Todi, formalizzando un’intenzione che lo stesso Paparelli e l’assessore alla sanità Antonio Bartolini, avevano annunciato nei giorni scorsi.


LA LETTERA

LA LETTERA

“Sono a rappresentarLe l’interesse della Regione Umbria – scrive il presidente nella lettera al Ministro – al mantenimento in attività del suddetto punto nascita che assume un valore fondamentale rispetto alla struttura regionale dei servizi alla maternità. Una determinazione, questa, rafforzata anche dalla posizione unanime espressa dai sindaci dei comuni del distretto della Media Valle del Tevere che la Giunta Regionale condivide”.
“Riteniamo infatti che processi di questo tipo debbano essere rivalutati anche alla luce dei dati relativi al trend nazionale del calo delle nascite. Un fenomeno questo che sta inducendo le Regioni, come rappresentato in sede di Commissione Salute, a sottolineare la necessità di una revisione dei parametri vigenti che potrebbero trovare collocazione nel contesto del Patto per la Salute – conclude Paparelli – in fase di negoziazione con il Suo dicastero”.