OK del Comune alla cessione di quote asm del Sii a Umbriadue: chi guadagna e chi rimette

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L’aula consiliare di Palazzo Spada

Che furbacchioni quelli del Comune di Terni! Hanno “incartato” quelli di Umbriadue (leggi Acea) che alla fin fine metterà i soldi, assume una serie di rischi e lascia la possibilità di deidere ad altri.

Il Comune di Terni ha autorizzato la cessione del 15% delle quote di proprietà di Asm nel Servizio Idrico Integrato ad Umbriadue (leggi sempre Acea). La quale Umbriadue intano versa nelle casse dell’Asm 6 milioni di euro (e qualche spiccio). Una boccata d’ossigeno per Asm maramaldeggiata dalle amministrazioni di prima.

Per capire fino in fondo la furbata va ricordato che il Servizio Idrico Integrato (Sii di Terni) è comunque una società pubblico privata. Il 51% delle azioni è in mano pubblica, ossia nelle mani dei Comuni della provincia di Terni: il comune di Terni detiene per esempio quasi  il 19 per cento, Orvieto quasi il 6 ecc.); il 49% è in mano di soci privati: 18% Asm, 6% Aman, ossia l’azienda pluriservizi del Narnese-Amerino, 25% Umbriadue. La nuova mappa sarà quindi Umbriadue 40%, Amas 6%, Asm 3%.

Ha spiegato in consiglio comunale l’assessore al Bilancio Orlando Masselli che “Umbriadue verserà nelle casse di Asm oltre 6 milioni di euro (6.041.000, per l’esattezza). Inoltre i comuni soci pubblici avranno la restituzione di canoni e quote di mutuo pari a 10,5 milioni, Asm avrà come rimborso 4 milioni. Non cambia il contratto di servizio nei confronti della nostra partecipata – Asm –  nei confronti di Umbriadue”. Per di più “Le funzioni e il ruolo del pubblico non vanno a modificarsi – ha aggiunto Masselli – ma continuano ad essere quelle previste al momento della composizione della società . Il Pubblico mantiene i 6/9 del Cda, Asm mantiene il suo delegato,  mantiene il potere del controllo societario attraverso la nomina dei revisori dei conti, l’amministratore dovrà riferire sullo stato della Sii trimestralmente ai soci pubblici”. E non basta perché si è d’accordo per eliminare dallo statuto “la responsabilità solidale dei soci, cosa che libera i comuni dal ripristino della liquidità”. Insomma se si va in sofferenza pagano i privati, ossia per il 40%, a quel punto, in collo ad Umbriadue.

Tutto ciò Umbriadue, i cui amministratori non passano per sprovveduti, l’avrebbe quindi fatto solo per poter raccontare che ha il 40% del Sii di Terni? Si vedrà da qui in avanti.

Intanto in consiglio comunale hanno fatto notte martedì. Ovviamente è un modo di dire dato che la riunione era via internet e quindi ognuno stava a casa sua. Il consiglio comunque ha detto sì all’operazione  con 19 voti a favore (Lega, Fdi, Fi, Terni Civica, Musacchi), 10 contrari (M5s, Pd, Terni Immagina, Senso Civico. Fiorini, Leonelli) e 2 astenuti (Orsini, Pincardini). Per la soddisfazione della maggioranza della quale si è fatti portavoce il capogruppo di Fratelli di Italia Maurizio Cecconelli: “Si tratta di una operazione rilevante per lo stato di salute delle aziende pubbliche coinvolte e per i comuni che compongono il consorzio della Sii,  condotta da maggioranza  consapevole e coesa, L’unica nota negativa è che ieri il consiglio comunale ha raggiunto livelli di ostruzionismi, in contrasto con una operazione importante una brutta pagina dell’opposizione che ha dato vita a una battaglia estenuante  sulle procedure, senza avanzare alcuna controproposta”.

Parla di “operazione scellerata” Luca Simonetti, consigliere Cinque Stelle: “Dalla maggioranza arriva il via libera alle bollette pazze. Dopo i salassi ed i conguagli di questi ultimi mesi, il Comune di Terni da il via libera alla Sii a mettere le mani in tasca direttamente ai cittadini senza più passare per i comuni.
Con il nuovo statuto e l’abolizione dell’articolo 8 questa sarà nel medio periodo l’amara realtà. Bastava studiare e fare 1+1 per capire questa banalità.
Un atto scellerato, votato dai consiglieri di maggioranza di Lega, Fratelli d’Italia e  liste  civiche, tutti rassicurati e presi per mano da ex consiglieri del PD (chissà con chi ce l’ha, forse con Orsini?,ndr), che alla fine si sono astenuti lasciando gli altri alle loro responsabilità”.

L’M5S se la prende pure col sindaco Latini che a parere di Simonetti “Esce delegittimato” avendo nei fatti “smentito le promesse fatte solo un anno fa, costretto a nascondersi dietro un monitor ed applicare il distanziamento sociale dalla città distratta e preoccupata per l’emergenza sanitaria che sta tornando a crescere”.   “Il Consiglio si è concluso alle 24 ed è durato oltre 8 ore, durante le quali nonostante l’importanza del tema trattato il Sindaco non ha proferito parola. Abbiamo cercato in tutti i modi di impedire a società private di creare utili e profitto su un bene di vitale importanza come l’acqua”, rincara Emanuele Fiorini.

Il quale pur avendo aderito a Forza Centro resta nel gruppo Uniti Per Terni. Uniti per dire, magari, vista che due consiglieri hanno votato contro (Fiorini e Leonelli) e due si sono astenuti (Orsini e Pincardini).