Necropoli di Montecchio: sorprese dagli scavi. E ora si ricomincia

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La necropoli di Montecchio

Secondo gli esperti gli scavi archeologici alla necropoli del Vallone di San Lorenzo a Montecchio, stanno rivelando aspetti molto interessanti sul livello d’importanza dell’area sepolcrale in uso dal VII sec.a.C. fino al IV sec.a.C. Esperti e studiosi si aspettano altre novità e ulteriori conferme dagli scavi che tra poco riprenderanno nella zona.

Le operazioni di ricerca sono il risultato di una convenzione firmata nel 2017 tra il Comune di Montecchio e il Dipartimento Lettere – Lingue, Letterature e Civiltà Antiche e Moderne dell’Università di Perugia, finalizzata al recupero e valorizzazione di beni archeologici della città. “Una collaborazione che rappresenta un’occasione rara e auspicabile di studio, salvaguardia e promozione del territorio”, commenta il sindaco di Mopntecchio, Federico Gori, il qual annuncia la volontà del Comune di incrementare.

Il progetto mira a raggiungere i più alti standard di istruzione e ricerca accademica e prevede lo sviluppo di un’analisi dettagliata del patrimonio archeologico del territorio di Montecchio sia attraverso l’impiego di metodologie tradizionali (ricognizione, scavo stratigrafico), sia di nuove tecnologie informatiche (GIS mapping e digitalizzazione di dati georeferenziati delle evidenze archeologiche presenti), al fine di comprendere appieno il rapporto tra la presenza di eventuali insediamenti e il territorio.

Questo anno le indagini vedranno all’opera, per quattro settimane una ventina tra archeologi e studenti dell’Università peugina, sotto la direzione scientifica del prof. Gian Luca Grassigli e con la partecipazione della Prof.ssa Sarah Harvey, insegnante di Studi Classici alla Kent State University in Ohio, università statunitense che contibuirà alle indagini sul territorio.

Lo scavo è realizzato con la concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e la stretta collaborazione e supervisione del Dott. Luca Pulcinelli della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria. Il sito si trova sul versante sud-occidentale di Montecchio, lungo il Fosso di San Lorenzo tributario del Tevere, delimitato da una serie di alture separate da profondi valloni incisi dai numerosi affluenti che percorrono questo territorio riversandosi nel fiume. Un territorio che in età preromana fu occupato da diversi complessi abitativi, non molto grandi, organizzato secondo un modello abbastanza diffuso di tipo paganico-vicanico. “Ad oggi non sono molti i dati archeologici di cui disponiamo – ha spiergato Gori – ma individuano l’abitato più importante e rilevante presso l’altura soprastante di Copio, dove di è trovato materiale che denota una continuità di vita parallela a quella della necropoli di San Lorenzo”.

L’area archeologica, oggetto di numerose opere di valorizzazione e visitata da un numero sempre crescente di turisti, è stata oggetto di una serie di campagne di scavo condotte dalla Soprintendenza dal 1975 fino al 2000; sono state individuate una cinquantina di tombe in gran parte manomesse da scavi clandestini. Si tratta di sepolture a camera che si sviluppano sui fianchi del vallone, scavate direttamente nel banco naturale da cui si accede attraverso un breve dromos realizzato a cielo aperto. Le camere sono caratterizzate da ambienti quadrangolari, con tetto displuviato e munite di banchine laterali e di fondo, distintamente utilizzate per la deposizione dei defunti e dei materiali di corredo.

Le tombe sono provviste di camere singole o doppie coassiali, in cui il secondo ambiente è spesso di ridotte dimensioni, talvolta con soffitto piano, a ogiva o arco. La possibilità di un’indagine archeologica di lunga durata, in un luogo di particolare pregio paesaggistico e storico-artistico come quello del territorio di Montecchio, costituisce un’importante opportunità di sviluppo turistico del comune.

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