Sarà prolungato fino al 19 ottobre il periodo in cui sarà visitabile, presso il Museo archeologico nazionale dell’Umbria, l’esposizione Cartes Mémoire , una mostra di arte visuale incentrata sulla memoria, appositamente concepita da Farah Khelil, artista tunisina che da anni opera anche a Parigi, con lavori ispirati alla rappresentazione di monumenti presenti in diversi siti archeologici e il ricorso a diapositive, fotografie, cartoline postali, libri, oggetti disparati.
La mostra è organizzata dal Manu insieme al Museo civico di Palazzo della Penna e all’Accademia delle belle arti di Perugia, nell’ambito della seconda edizione del WAO, Open art week (un progetto di arte contemporanea, riconosciuto dall’Unesco e diretto da Gaia Toschi, che intende connettere, a livello internazionale, artisti, spazi espositivi, ambiti multidisciplinari).
Farah Khelil ha pazientemente raccolto souvenirs, narrazioni e interpretazioni di visitatori, volontari e collaboratori dei quattro parchi archeologici di Carsulae, Gubbio, Orvieto e Perugia. L’artista ha diffuso le loro voci e i loro ricordi ed è intervenuta su diapositive d’archivio e cartoline inviate da viaggiatori, in cui ha ritagliato il monumento ritratto per poi esporle al contrario: mostrando solo la sagoma mancante del monumento e i commenti scritti dai mittenti, ormai riferiti ad un’immagine non più visibile. Con questo intervento ha messo in discussione il potere intrinseco degli oggetti e delle immagini, avviando una riflessione sul potere della memoria e i processo mentali che conducono alla perpetua rivisitazione della “realtà”. Concepita come un mosaico di frammenti, tessere di un articolato universo di riferimenti incrociati tra reperti archeologici e souvenirs, l’esposizione percorre gli ambienti del Museo nazionale di archeologia dell’Umbria con installazioni sonore, vetrofanie, video, diapositive e interventi nelle teche.