Melasecche, l’assessore più veloce del Frecciarossa

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L’assessore regionale Enrico Melasecche

La Presidente Tesei l’ha risolta così: “Quella dichiarazione è dell’assessore Melasecche, non mia”. Lo ha fatto rispondendo ad una domanda precisa del presidente dell’Ordine dei Giornalisti Umbri, ma in quella sede (un dibattito ad Umbria TV) giornalista della Nazione. In discussione, l’annuncio dato dall’assessore regionale ai Trasporti, infrastrutture ecc ecc, Enrico Melasecche, la scorsa settimana: “A partire dal prossimo mese di giugno il Frecciarossa che collega Perugia a Milano e Torino effettuerà una fermata, sia all’andata che al ritorno, anche a Terontola. E’ un risposta alla giusta richiesta dei comuni del Trasimeno ed è voluta anche per aumentare gli utenti e migliorare il servizio”. “Inoltre – ha aggiunto l’assessore – per quanto riguarda una più estesa fruizione del Frecciarossa ho chiesto di valutare a Trenitalia anche l’ipotesi di retrocederlo fino a Foligno in modo da poterlo fermare anche ad Assisi”.  

Capirai! Dal Trasimeno, da Assisi, dalla Bassa Toscana è stato un coro di ringraziamenti e di inchini. E figurati la Lega, il partito con cui ultimamente Melasecche si candida: “Grazie all’assessore regionale ai trasporti Enrico Melasecche, per aver avviato un confronto e portato a termine con successo la proposta di prevedere, al termine dell’emergenza Covid-19, una fermata a Terontola del Frecciarossa che parte da Perugia alle 5,30”. Così sono subito partiti lancia in resta il Senatore della Lega, Luca Briziarelli e il consigliere regionale Eugenio Rondini che proseguono: “Questa è la dimostrazione che la Giunta della Presidente Donatella Tesei ha compreso l’importanza del Trasimeno. C’è un evidente cambio di passo rispetto al passato, i problemi vengono affrontati e gli impegni mantenuti”. Mica pizza e fichi.

Solo che mentre tutti si scioglievano in un coro di hurrà, si è alzato un ditino in fondo alla sala. Era quello di Trenitalia. “Scusate – ha detto in sostanza la società – ma a noi non risulta”. E loro lo sapranno o no, visto che il treno, detto brutalmente, è il loro?

Il “ditino” è nella realtà una nota ufficiale in cui si afferma che  “In merito alle notizie su nuove fermate delle Frecce in Umbria, Trenitalia chiarisce che nulla è stato ancora definito e che è allo studio la rivisitazione dell’intera offerta commerciale per tenere conto dell’effettiva ripresa degli spostamenti nelle fasi successive all’emergenza sanitaria e delle nuove esigenze di spostamento delle persone. Nuovi collegamenti o nuove fermate saranno valutati in base ad approfondite analisi di mercato svolte periodicamente da Trenitalia, per verificarne l’interesse sul piano commerciale. Le Frecce di Trenitalia, infatti, sono treni a mercato in un sistema di concorrenza con un altro operatore. Nel caso del collegamento con Frecciarossa da e per Perugia, i costi sono in parte sostenuti dall’azienda che – doverosamente e responsabilmente – deve garantirne la sostenibilità commerciale“. Vedere cammello, o treno non partire! E’ il “cammello” chi lo mette?

Insomma l’assessore è riuscito a battere il record ed è andato addirittura più veloce del Frecciarossa.  Ma lui, l’assessore, è fatto così. Non è come hanno pensato alcuni che si è lasciato gasare dato che parlava di treni ad alta velocità, anche perché pensa che il vero “treno” sia lui.  Un treno capace di spostarsi sia in una direzione che in quella opposta. Era sempre lui ad esempio, che spronava la giunta di “quelli di prima”( quella ternana)  a darsi da fare per ottenere una fermata a Orte e che attaccava perché la Regione – l’Umbria, ma sempre di “quelli di prima” – pensava solo alla fermata di Perugia, mentre il Comune di Terni proponeva – addirittura – che l’alta velocità deviasse da Orte, fermasse a Terni, Foligno e Perugia. “Qualcuno pensa di ripetere l’esperienza fallimentare della Fcu moltiplicando le stazioni”, tuonava l’allora consigliere di opposizione di “Love Terni”. Adesso invece parla di fermate ad Assisi, Perugia, Terontola (ma allora perché non Foligno pure?), che ridurrebbero il treno ad alta velocità ad una specie di “accelerato”?

L’importante è fare; poi come viene viene.  Ne sa qualcosa chi a Terni lamenta (e non solo dai banchi di opposizione) che in pochi mesi siano stati polverizzati un pacco di milioni tirati fuori con le tenaglie dalle casse comunali, in opere che avevano lo scopo principale di dimostrare efficientismo.

Acqua passata, si dirà. Ma i “segni” restano. La frase di Donatella Tesei, pronunciata in risposta alla domanda del giornalista, invece, fa sorgere un dubbio: è una mezza presa di distanza dall’assessore, o una presa di distanza tutta intera? Anche perché ha aggiunto che lei essendo impegnatissima nel fronteggiare l’emergenza Covid non ha potuto ancora portare avanti certi temi come lo stato delle infrastrutture. Sai com’è,  a volte ad agitarsi troppo si rischia di non essere compresi, o di diventare ingombranti.

 Ma a lui, Enrico Melasecche, non lo incartano. Adesso grazie al fatto che la consigliera Alessandrini è ascesa al Senato lui, primo dei non eletti rientrato comunque attraverso l’incarico assessorile, è diventato pure consigliere regionale. Resta assessore, e non molla quella sedia in consiglio: “Io me l’ha data e guai a chi me la tocca”.

Ha voglia il segretario della Lega, Virginio Caparvi, a insistere! Nemmeno l’intervento del grande capo Salvini ha avuto esito. Un incarico elettivo, come quello di consigliere, è un’assicurazione contro eventuali ripensamenti riguardo ad un incarico assegnato per nomina. Perché il consigliere schiodi da Palazzo Cesaroni bisogna aspettare le prossime elezioni. A meno che non accada qualcosa che spiani la strada verso una poltrona – quella del piano nobile di Palazzo Spada – che sta nei sogni di Enrico Melasecche, fin dal millennio scorso.

Nel frattempo carta canta e villan dorme. Ma, è bene lo si sappia: con un occhio solo!