“L’Umbria agli umbri”, ma la sanità è in mano a gente di fuori

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L’Opinione

di EMANUELE FIORINI*

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Emanuele Fiorini

La gestione della sanità Umbra ha del paradossale e dell’inaccettabile. La Presidente Tesei per cambiare la Sanità Umbra ha deciso di puntare in alto, talmente in alto che ha scelto uomini del nord, del sud, ma nessun Umbro.

Infatti, nella nostra regione la sanità è oggi in mano a 7 persone: all’assessore Luca Coletto che è veneto, al Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera di Perugia al sardo Marcello Giannico – già dirigente alla regione Lazio nonché uomo chiave dell’amministrazione Zingaretti -, al Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera di Terni il pugliese Pasquale Chiarelli, al marchigiano Gilberto Gentili che è alla guida dell’Usl Umbria1, al laziale Massimo De Fino che regge l’Usl Umbria 2, al Direttore regionale alla Sanità e Welfare Claudio Dario che è veneto ed infine Giancarlo Bizzarri, ancora un veneto, arrivato ad Umbria Salute dopo aver rinunciato alla nomina a Direttore amministrativo dell’USL17 di Monselice perché sembra che i suoi titoli non fossero adeguati a quella carica.

Lo slogan della Lega “padroni a casa propria”, in questa circostanza e non solo, se lo sono proprio dimenticato, oppure l’hanno cambiato perché gli interessi sono ben altri.

Ma quello che mi domando è se sia possibile che non ci sia nessun Umbro all’altezza di questi incarichi. A mio avviso sarebbe stato opportuno, anzi direi doveroso, nominare persone della nostra regione anche per una maggiore conoscenza del nostro territorio, delle sue criticità, delle questioni interne alle singole Usl, perciò trovo davvero anomalo il fatto che neanche uno dei nominati sia umbro.

La cosa più strabiliante è che sono venuti da altre regioni per peggiorare la nostra situazione sanitaria, addirittura con l’intento di smantellare le due Usl e le due Aziende Ospedaliere, per realizzare una sola Usl ed una sola Azienda Ospedaliera, a discapito del territorio ternano. Bè pensatene un’altra perché i ternani non resteranno a guardare!

Altra questione degna di nota e che ha dell’inverosimile è la chiusura degli appuntamenti per alcuni tipi di esami, chiudere le agende vuol dire non rispettare la legge la quale dice espressamente che i livelli essenziali di assistenza debbono essere garantiti. Intollerabile è anche il dato concernente le prestazioni in lista d’attesa e cioè prestazioni che devono ancora essere assegnate ai cittadini, pari a circa 180.000 secondo i dati della Regione Umbria, ma che come dice “radio scarpa” sembrerebbero essere circa 300.000. È intollerabile perché gli Umbri sono costretti a rivolgersi, anche per una semplice mammografia, al privato e non tutti possono permetterselo.

Allora diteci quello che volete fare, volete smantellare la sanità pubblica Umbra a favore di quella privata? Se così fosse due sono le strade percorribili: la prima è quella di convenzionare il privato con l’Usl; la seconda è quella di rendere inefficiente il sistema sanitario pubblico al tal punto che il cittadino, suo malgrado, si trova costretto a rivolgersi al privato.

La Presidente Tesei si è vantata del sistema sanitario regionale, dei pochi casi di Covid-19 che si sono registrati nella nostra regione grazie, a suo dire, di una gestione efficiente, ma allora cara Presidente: perché ad agosto il CUP non è stato ancora ristabilizzato? L’Emilia Romagna, regione gravemente colpita dal Covid-19 ha già ristabilizzato i CUP!

Io credo che gli Umbri non abbiano votato il “cambiamento” per farsi smantellare la sanità pubblica, né tantomeno per farsi colonizzare. Se questa è la situazione della nostra sanità pubblica e ci sono venuti da fuori, forse è meglio che tornino a casa propria.

L’Umbria agli Umbri.

*Cons. Comunale Terni