L’M5S annuncia un regalo della Regione per Terni: un altro inceneritore

Acea Inceneritore Terni
Tesei presidente regione Umbria
La Presidente Tesei col sindaco di Terni Latini

Recovery plan: ormai è una frase diventata orecchiabile e che fa immaginare, in chi la sente, un qualcosa di positivo, una sensazione di opportunità, di crescita. Cosa riserverà all’Umbria il recovery plan? L’assessore regionale alle infrastrutture lo ha spiegato: strade e ferrovie ne trarranno gran beneficio anche perché senno Perugia e il Perugino rimarrebbero isolati da Roma. E per Terni? Sembra ci sia “in canna” un nuovo inceneritore, “Per bruciare i fanghi di depurazione provenienti dall’intero territorio regionale oltre ad uno di tre progetti per la produzione di CSS”: o almeno questo è quel che sostiene il Movimento Cinque Stelle umbro il quale riferisce che “Emergono particolari inquietanti dalle schede top secret inviate dalla Regione Umbria alla Conferenza Stato Regioni, in merito ai progetti da inserire nel Recovery Plan, che il M5S è stato in grado di visionare”. Detta (e letta) così la faccenda induce a pensare che per conoscere gli atti di un’Istituzione sia necessario comportarsi come uno 007.

Comunque, a parte tale questione da discutere -semmai – in separata sede ci sarebbe un’aggravante: secondo il M5S la procedura burocratica seguita sarebbe tale da far pensare che, recovery o no, quello è comunque il programma della Regione Umbria riguardo il ciclo dei rifiuti e secondo quel programma si opererà per i prossimi sette anni.

“A dir poco incredibile la posizione che la giunta Tesei sta assumendo sulla chiusura del ciclo dei rifiuti. Il nuovo impianto di incenerimento da realizzare è ben nascosto nel programma relativo a “Reti Fognarie e Depurazione”. La Regione Umbria vuole costruire il quarto inceneritore a Maratta per bruciare i fanghi di depurazione provenienti dall’intero territorio regionale, “valorizzandoli” attraverso il “recupero energetico” dopo essiccazione, con un “impianto di cogenerazione termica ed elettrica” e “riduzione dei trasporti e dello smaltimento in discarica dei fanghi prodotti” dagli impianti di depurazione di tutta l’Umbria”, si legge in una comunicazione diffusa dal M5S firmata dai rappresentanti del Movimento in tutte le istituioni regionai e comunali dell’Umbria. “con nostro grande stupore – affermano i ventuno firmatari della nota – abbiamo potuto constatare inoltre che nella sezione “Ambiente, territorio, infrastrutture” sono presenti quattro progetti, per un totale di 35 milioni, per sviluppare impianti per la chiusura del ciclo di gestione dei rifiuti. Di questi, tre riguardano la produzione di CSS. Rifiuti che poi non si sa bene dove dovrebbero essere bruciati. La richiesta al governo, mai condivisa con nessuno e probabilmente nemmeno a conoscenza di tutti i membri di maggioranza del consiglio e persino della giunta, è quella di avere risorse per produrre il famigerato CSS nell’impianto di Ponte Rio a Perugia, nel biodigestore di Casone a Foligno e a Narni presso l’area ex Officine Bosco. Combustibile prodotto dai rifiuti e bruciato in cementifici e inceneritori. Non solo incenerimento, ma anche il revamping dell’impianto di Pietramelina per la biostabilizzazione del sottovaglio da selezione dei rifiuti indifferenziati”.