L’intervento/ La Cgil: “Che nesso c’è tra stadio e cliniche private?”

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di GIORGIO LUCCI*

L’ipotesi avanzata dal Dott. Bandecchi, patron della Ternana,  di   avere uno stadio nuovo a Terni è una opportunità utile che va indubbiamente colta – anche in relazione ai lusinghieri risultati ottenuti dalla squadra delle Fere nella stagione attuale –  e che rilancia lo sport in una città con un importante passato in ambito calcistico, alimentando gli entusiasmi di tutto l’ambiente e non solo.

D’altro canto, La relazione con la costruzione di una clinica privata, riapre il delicato tema se la Sanità debba essere pubblica o privata;  non è per chi scrive un problema ideologico  né pregiudiziale, ma è chiaro che solo il sistema pubblico riesce a fornire  una servizio universale capace di fornire una alta qualità assistenziale a tutti, anche alle persone meno abbienti o con difficoltà sociali.

Tale valutazione si è resa ancor più evidente durante la prima fase dell’epidemia, dove –  mentre le strutture pubbliche con il proprio personale hanno fatto fronte allo tsunami pandemico – si è assistito alla chiusura di numerose strutture private e al conseguente ricorso alla  cassa integrazione per i propri dipendenti.

Leggendo articoli di stampa, che riportano l’intervista rilasciata a ON TV dall’Assessore Melasecche, si apprende che il nesso tra stadio e sanità privata sarebbe la possibilità di produrre utili da reinvestire anche nella costruzione dello Stadio, ambizione assolutamente legittima per chi dirige un impresa, ma che, per la delicatezza del tema, obbliga la scrivente Organizzazione Sindacale (cui non sfugge l’importanza di tali investimenti e la possibilità dei creazione di ricchezza e posti di lavoro per il territorio) ad aprire una riflessione sul coinvolgimento delle parti sociali e delle istituzioni locali nelle  scelte di prospettiva.

La giustificazione posta,  per cui a fronte delle cinque strutture sanitarie private esistenti nella provincia di Perugia, in quella di Terni non  ve ne è nessuna, al contrario appare fuori luogo e insufficiente a motivare l’autorizzazione della costruzione della clinica in questione.

Bene invece la dichiarazione sull’opportunità di prevedere per Terni un  nuovo Ospedale pubblico, a patto che l’azienda non sia unificata con quella di Perugia e se ne favorisca la vocazione specialistica e un rapporto più stretto e coordinato con l’Università e con l’azienda sanitaria territoriale.

E’ evidente però che va chiarito in quali discipline si intende investire, quanti posti letto e quante convenzioni si faranno con la Sanità pubblica, come verranno adeguati gli organici di medici e infermieri da impiegare nella nuova struttura, cosi come va compreso quali contratti nazionali si intendono applicare,  visto che  a Terni le attività private sanitarie applicano raramente i contratti specifici di settore.

In conclusione, pur essendo disponibili ad un confronto sul merito della questioni sanitarie, è del tutto evidente che per la FP CGIL di Terni bisogna garantire un sistema pubblico universale, investendo sulle strutture, sulle risorse umane e sulla capacità delle nostre Aziende di fornire un servizio di grande qualità con attrattive che valicano anche i confini della Regione.

*FP CGIL TERNI