L’insegnamento di Vincenzo Pirro. Per lui una lapide a piazza Clai

Vincenzo Pirro

Il 25 maggio 2009, dieci anni fa, scompariva Vincenzo Pirro, filosofo e storico, punto fermo nella cultura di una città come Terni, che egli, nativo di San Severo, aveva eletto a sua città. Vincenzo Pirro impresse una svolta nello studio della storia ternana, ma non solo ternana, attraverso le sue ricerche e le sue opere specialmente quelle dedicate al periodo contemporaneo, inserendo un elemento importante di novità e rompendo quella che era una specie di prassi storiografica. Una prassi che non rispettava – come lui stesso affermava – uno degli imperativi della ricerca storica: “Il giudizio storico è tutto risolto sul piano storiografico, nel senso che non lascia spazio alle considerazione morali e alle interferenze ideologiche – disse – ma è consegnato interamente ai fatti, che lo storico ha il dovere di comprendere con egual animo, trepitando sia per la sorte dei vincitori che per quella dei vinti sia per causa dei rivoluzionari sia per quella dei conservatori: gli uni e gli altri accomunati dalla Storia che ne sa più di noi”.

Lo studioso è studioso, insomma, e non lascia filtrare il frutto delle proprie ricerche da ideologie o dogmi. E in una città in cui al tempo era dominante una cultura operaia fortemente segnata dall’ideologia, fu Pirro a far capire che per conoscersi veramente a fondo i ternani – e non solo – dovevano prendere in considerazione la realtà dei cose: i documenti, i fatti accaduti. Fu lui, ancor prima di Panza, ad avviare uno studio più sereno ed obiettivo degli accadimenti della prima metà del Novecento, raccontando dell’assassinio del sindacalista fascista Maceo Carloni, ad esempio, ma non tralasciando nemmeno, anzi valorizzandolo, il ruolo di Terni e dell’Umbria nelle rivoluzioni garibaldine del secolo XIX.

Con la perdita di Pirro questo suo insegnamento fondamentale non è a andato perso. Ha segnato e segna l’operato di chi si dedica alla ricerca storiografica che non può essere né dalla parte dei vincitori né in quella dei vinti, trattandosi, oltretutto, di parti che spesso risultano scambiarsi i ruoli col passare dei decenni.

Terni ha ricordato la figura e l’opera di Pirro già con l’intitolazione della Sala Carrara. Sabato 18 maggio lo farà con lo scoprire (ore 11) una lapide a lui dedicata affissa sulla casa in cui visse, a Piazza Clai.

Alla cerimonia parteciperanno il prefetto Paolo De Biagi, il sindaco e gli assessori alla cultura e ai lavori pubblici. Interverranno il professor Paolo Stopponi con un ricordo del professor Pirro; Bruno Pilla, che leggerà alcuni brani scritti da Vincenzo Pirro.

In occasione della scopertura della targa sarà aperto l’archivio privato “Vincenzo Pirro”, dichiarato “d’interesse storico particolarmente importante” dal Mibac.

Vincenzo Pirro fu allievo di Ugo Spirito e poi docente di Storia e Filosofia presso le Università e i Licei. Ha dedicato tutta la sua esistenza alla ricerca scientifica, alla cultura, e ai suoi studenti. Nutrito il nm,ero dei suoi scrfitti che vanno dagli nterventi su pubblicazioni specializzate come: Il Giornale Critico della Filosofia Italiana, Nuovi Studi Politici e I Problemi della Pedagogia alle opere come “Filosofia e politica in Giovanni Gentile (1970”), Filosofia e politica in Benedetto Croce (1976), Cultura e politica in Benedetto Croce (1976), Filosofia e politica nel problematicismo di Ugo Spirito (1976) e Corpo e cosmo nell’attualismo di Giovanni Gentile (1977).
A partire dagli anni ’80, si è dedicato anche agli studi di storia, con particolare passione per il Risorgimento. E’ stato presidente del Comitato Provinciale di Terni dell’Istituto di Storia del Risorgimento. Ed ha scritto numerose monografie. E’ stato fondatore e anima del Centro Studi Storici e della rivista “Memorie storiche”. È stato consigliere dell’ISUC (Istituto di Storia dell’Umbria Contemporanea), dell’ICSIM (Istituto di Storia per la Cultura dell’Impresa Franco Momigliano) e dell’IRRE (Istituto Regionale di Ricerca Educativa dell’Umbria).