Quando anche a Terni arrivò la contestazione studentesca del “Sessantotto” non c‘era un’alta considerazione per chi non era ritenuto “compagno”, organico della contestazione della guerra nel Vietnam, non in prima fila quando si trattava di sfilare dietro gli striscioni rossi del Movimento Studentesco, chi non scendeva in piazza nel segno di slogan del tipo “Operai e studenti uniti nella lotta”. Ma per lui sì, c’era considerazione alta da parte dei giovani. Telesforo Nanni era professore di storia e filosofia, “un laico, un radicale, uno che, figurati, scrive sull’Espresso” dicevano di lui i suoi studenti e non solo i suoi.
E’ questo tra i tanti insegnamenti di Telesforo Nanni forse il più importante: studiare e conoscere la propria città. Perché così non si può non amarla e quindi rispettarla, impegnarsi per farla crescere affinché con essa cresca l’intera comunità.
Telesforo Nanni se n’è andato poco prima dell’alba del 20 ottobre 2018, in punta di piedi, in maniera discreta, educata, rispettosa com’era suo costume di gentiluomo vero e senza tempo. E di maestro.