“La realizzazione della società Terni – aggiungeva l’azienda – è conseguente ad una serie di studi e ricerche finanziati dall’Enea e aventi come obiettivo di ottimizzare le caratteristiche del progetti destinati alle centrali nucleari italiane”.
“I risultati raggiunti – concludeva la comunicazione delle acciaierie ternane – contribuiscono a rendere la centrale di Trino più sicura ed affidabile della media mondiale”.
Proprio in quei giorni, comunque, c’era stata una marcia di protesta “imponente” di 15 chilometri da Casale a Trino contro la nuova centrale Enel da duemila megawatt. Poi venne il referendum e l’impegno dell’Italia per la produzione di energia nucleare si chiuse lì. Il lingotto record divenne un rottame.