Lettera-denuncia dell’Anpi provinciale di Terni

partigiani anpi

La Presidenza provinciale di Terni del’Associazione Nazionale Partigiani ha diffuso la seguente lettera aperta.

Abbiamo appreso con qualche settimana di ritardo che il Sindaco di Terni il 27 Ottobre
2018 ha ricevuto una delegazione del Comitato “Pro 75° Anniversario della RSI in
provincia di Terni”, guidata dal dott. Pietro Cappellari e da Claudio Pitti. A quanto riportato
dalla stampa il suddetto Comitato ha illustrato al primo cittadino il programma di attività per
far conoscere nel territorio provinciale le “gesta” degli appartenenti alla Repubblica Sociale
Italiana.
Tali vicende, secondo quanto si legge nel comunicato finale (pubblicato tra l’altro nel sito
https://campomarzio19.wordpress.com/2018/10/27/cappellari-incontra-il-sindaco-di-terni/)
risulterebbero sino ad oggi: «non conosciute perché tenute “ostaggio” da una visione
ideologica e distorta della realtà, troppo spesso viziata dall’odio politico».
In relazione a tale fatto, come ANPI provinciale riteniamo opportuno esprimere alcune
considerazioni.
Lo scorso 13 luglio 2018, avevamo richiesto un incontro con il Sindaco, per prendere un
primo contatto istituzionale con la nuova amministrazione, per augurarle un buon lavoro,
per offrire la nostra disponibilità nella preparazione della cerimonia dell’11 Agosto e, nel
contempo, per illustrare il programma delle nostre attività, con particolare riferimento agli
appuntamenti istituzionali e alle iniziative rivolte alle scuole.
Dopo diverse sollecitazioni telefoniche con la segreteria del Sindaco siamo ancora in
attesa di una risposta. Ora che il Sindaco abbia un’agenda piena di impegni è quasi
superfluo sottolinearlo, ma la cortesia di una risposta, positiva o negativa che sia, non si
nega a nessuno, nemmeno all’ANPI.
Certamente il Sindaco e la sua Giunta hanno la responsabilità di attuare le scelte politiche
per cui sono stati eletti, ma la vita della città è fatta anche di sempre nuovi ma anche
vecchi avvenimenti, che hanno segnato la vita di generazioni intere, resi vivi dall’azione
dei soggetti sociali che fanno ricca la nostra città in un confronto democratico che,
pensiamo, deve sempre essere franco e costruttivo.
Riteniamo che scegliere di partecipare o non partecipare a eventi e ricorrenze destinati a
celebrare momenti che, nel bene o nel male, hanno contributo a formare l’identità di una
comunità, non attiene al programma amministrativo ma a scelte politiche e culturali
fortemente radicate e trasversali presenti nella nostra città e che chi oggi è chiamato
provvisoriamente a rappresentarla, dovrebbe tenere nella giusta considerazione.
In questo senso, l’assenza del Gonfalone della Città di Terni alla Marcia per la Pace
Perugia-Assisi è stato un primo atto molto negativo proprio in relazione a quella che è la
storia e la tradizione della nostra città. Non è inutile ricordare che la Giunta Ciaurro, di cui
il Sindaco si proclama erede, non ha mai mancato questo appuntamento. D’altra parte, ci
è capitato di percorrere un breve tratto della Marcia proprio in compagnia del Sindaco di
Perugia, che certamente, per affinità politica, è molto vicino al nostro primo cittadino.
Inoltre, lo scorso 11 agosto, in occasione della celebrazione per ricordare il 75°
anniversario del primo bombardamento subito dalla città di Terni, nel corso della
manifestazione, in cui l’amministrazione comunale era giustamente rappresentata dal
Sindaco, si è consentito ad altre associazioni (che si richiamano esplicitamente al
fascismo) di deporre contestualmente al Comune corone commemorative: ciò appare
irrituale e istituzionalmente scorretto. Il Comune rappresenta tutti, chi vuole distinguersi
può farlo in momenti diversi da quelli ufficiali.
Un ultima considerazione ci sembra necessaria.
Come si evince da una testimonianza relativa alla caduta del fascismo: «Pensavamo che
le sofferenze fossero finite e invece è arrivato l’8 Settembre». In effetti, la mancata
coincidenza tra la caduta del regime e la proclamazione dell’armistizio l’8 settembre 1943,
creò la sensazione che se non era finita la guerra non era finito neanche il fascismo. Non
a caso lo storico Claudio Pavone, ricorda come “L’Italia Libera”, organo di stampa del
Partito d’Azione, a poco più di un mese dal 25 luglio, ritenesse un vero e proprio vizio
capitale del colpo di stato monarchico non aver proclamato chiaramente che: «Il Fascismo
è caduto la guerra fascista è finita» (tratto da Una Guerra Civile. Saggio storico sulla
moralità della Resistenza), E infatti subito dopo sorse, con l’indispensabile aiuto della
Germania nazista, la Repubblica Sociale Italiana, che sarà la vera causa della guerra
civile che dilanierà l’Italia e il suo popolo.
In relazione a tutto ciò, cosa c’entra dunque sostenere che le vicende e la storiografia
relativa a quella pagina del nostro passato, sarebbero state «tenute “ostaggio” da una
visione ideologica e distorta della realtà, troppo spesso viziata dall’odio politico», come si
legge nel comunicato che il suddetto Comitato “Pro 75° Anniversario della RSI in provincia
di Terni” ha stilato dopo l’incontro con il Sindaco.
Da dove nasce questa continua ansia di delegittimare la guerra di Liberazione dal
Fascismo e dal Nazismo e il tentativo di equiparare chi ha causato una tragedia a chi ha
salvato l’Italia dalla vergogna della dittatura mussoliniana? Questa volontà di promuovere
le attività di associazioni che si richiamano apertamente all’esperienza storica del
fascismo, quasi in una sorta di rovescismo storico, è forse il prezzo politico che deve
pagare il Sindaco per il consenso ricevuto da queste associazioni o è forse la
conseguenza di proprie convinzioni personali?
Fa forse parte del nostro «odio politico», anche il vergognoso oltraggio che l’8 dicembre
scorso Forza Nuova ha perpetrato a Roma presso la sede nazionale dell’ANPI?
L’ANPI non odia nessuno, ma difende la Costituzione e vuole che venga applicata e
rispettata in tutti i suoi articoli.
Una cosa però è certa: chi non si riconosce nei valori che hanno ispirato la carta
costituzionale è un nostro avversario e lo continueremo a combattere democraticamente e
alla luce del sole.
E questo dovrebbe essere anche il compito di un Sindaco che ha giurato su una
Costituzione che è la carta fondante della Repubblica italiana, democratica e antifascista.

L’Ufficio di Presidenza dell’Anpi di Terni