Nel mese di marzo 2021 dal sistema delle imprese umbre (con almeno un dipendente) sale una domanda di lavoro quantificabile in 3.570 unità, che diventano 11.660 nel trimestre marzo – maggio 2021. A un anno dall’inizio dell’emergenza Covid si registra un sensibile miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro in Umbria. Sono i dati risultati dall’indagine Excelsior sui programmi occupazionali delle imprese della Regione, per il corrente mese di marzo 2021 e per il trimestre marzo – maggio 2021, illustrati dalla Camera di Commercio dell’Umbria.
“Il confronto con il mese di marzo di un anno fa, quando fu adottato il primo durissimo lockdown – evidenzia il Presidente della Camera di Commercio Giorgio Mencaroni – indica un forte miglioramento, dell’ordine di un + 19,3%. Una iniezione di fiducia per migliaia di lavoratori umbri e per le imprese, purtroppo subito mitigata dalla costatazione di quanto distanti siamo rispetto alla media nazionale: – 6,1 % in più se il confronto si sposta su marzo del 2019 prima della pandemia il confronto diventa impietoso: -23,7%, un quarto delle entrate al lavoro tagliato. Un arretramento che dobbiamo fermare a tutti i costi, rimettendo le imprese, dopo due anni e più, nella condizione di tornare a creare nuovo lavoro”.
Delle 3.507 opportunità di lavoro messe sul mercato in Umbria, nel 30% dei casi saranno stabili, ossia con contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre per il 70% sarà a termine, a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita. Le entrate previste si concentreranno per il 69% nelle pmi con meno di 50 dipendenti e per il 51% nel Settore dei Servizi. Il 19% delle entrate al lavoro previste a marzo ’21 sarà destinato a Dirigenti, Specialisti e Tecnici (quota inferiore a una media nazionale del 22%), mentre il 14% sarà destinato a Personale Laureato.
Risale, ma con lentezza, la quota di lavoro destinata ai giovani con meno di 30 anni di età: a marzo e nel trimestre marzo – maggio 21 siamo al 27%, 4 punti in rispetto al primo mese dell’anno 2021. Mismatching tra domanda e offerta di lavoro, resta ancora su posizioni alte: in 38 casi su 100 le imprese prevedono di avere difficoltà a individuare i profili professionali desiderati.