La scomparsa di Gianfranco Firmani, pioniere della Lega in Umbria

Gianfranco Firmani
Gianfranco Firmani

Sempre lui. Fino all’ultimo. Sul manifesto affisso in città ha voluto fosse scritto in grande: “Ciao a tutti da…” e sotto, come tutti i manifesti che annunciano che qualcuno è venuto a mancare, il nome: Gianfranco Firmani. Se ne è andato a 85 anni, dopo che a Terni ebbe i suoi anni di notorietà, anche se lo conoscevano già in tanti.  Notorietà politica, si intende qui. Aderì alla Lega nel 1990, quando la Lega era quella dell’origine, di Bossi, di “Roma ladrona”, del muro da fare all’altezza di Firenze. Una sfida impossibile, allora. Ma lui ci provava. Fu candidato nel 1992 alla Camera e al Senato, memorabile un incontro pubblico che promosse al bar Pazzaglia con Dado Ruspoli, il “principe nero” lo cHiamavano, che fu a Terni per sostenere la candidatura parlamentare di Firmani. Prese una manciata di voti. Ma lui lo sapeva in partenza. Nel 1993 provò a candidarsi sindaco, ma non riuscì a raccogliere l numero sufficiente di firme. Ma ce la fece nel 2004: 298 voti contro i 46.879 di Paolo Raffaelli che fu rieletto sindaco, e i 19.825 di Andrea Messi, candidato del centro destra.

Non si scomponeva mai. Geometra, di professione agente immobiliare, metteva in campo soprattutto il proprio senso pratico. “Bisogna volare alto – disse in un intervista pre elettorale – è questo che tanti ternani debbono capire. Vede: da giovane feci un corso aeronautico e capii una cosa. Se a un jet che sta sopra Ancona a diecimila metri si rompono tutti i motori, quello ce la fa ad arrivare a Fiumicino per atterrare. Se voli basso, però, ti pigli di petto la prima pianta di fico che trovi”

Ci teneva a specificare che lui era candidato per la Lega Nord Umbria, “E’ una specificazione importante quella parola Umbria. Perché uno pensa alla Lega e pensa a Pontida ed alla Padania. Invece no. Lega significa federalismo, significa che le municipalità possono contare davvero, significa che la partitocrazia viene messa da parte”. “Bossi? – continuava – Bossi è un uomo politico vero, è uno fuori dal coro e contro il sistema partitocratico: significa che è un rivoluzionario”.

Nella Lega “ho creduto fin dall’inizio, poi nel ’93 ho fatto un passo indietro”. “Pensi – diceva – nel ’92 a Ternni eravamo solo in due ad essere candidati sia alla Camera e al Senato: Filippo Micheli e io, anche se devo dire che per quanto mi riguarda non c’era nessuno che voleva candidarsi”, confessava con un sorriso. Perché significava – come si dice – andare a pender le “botte”. Ma a Gianfranco Firmani questo non interessava, la sua nonchalance lo difendeva da tutto. Per lui era più importante di ogni cosa affermare una presena. Nel 2004 eccolo candidato a sindaco. La stessa finalità degli anni precedenti. Il suo programma? Diversificazione produttiva, non solo l’acciaio; aree industriali vere; banche  che per farti credito “non ti chiedano di impegnarti anche l’appartamentino de lu poru nonnu”; e lo sport, ma non solo la Ternana e non solo il calcio. E poi, in giunta, gente preparata, esperta e di specchiata moralità. Oggi è tutta un’altra storia. La Lega maramaldeggia a Terni. Chissà che ne pensava Firmani dei leghisti ternani di oggi. Certo è che loro di questo “pioniere” non sembra se ne siano ricordati. Ma lui, ovviamente con nonchalance ha detto ciao anche a loro.

2 commenti su “La scomparsa di Gianfranco Firmani, pioniere della Lega in Umbria

  1. Ha sempre creduto in ciò che faceva. Gran persona appunto fuori dal coro. Nel 2004 mi impegnai per raccogliere le firme per presentare la lista un comune. Saoevamo che non poteva farcela, ma andava aiutato comunque. Riposa in pace caro Gianfranco

  2. Grazie ! È vero: anche Lui, anche Io, ….pur consapevoli che avremmo potuto non farcela ….abbiamo sempre provato a farcela ! Come ? Essendo lì, PRESENTI
    Senza mollare mai
    Grazie Paolo!
    Francesca Firmani

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