La direzione, Centurini in persona, promise un aumento salarale per coloro che avessero abbandonato lo sciopero di protesta e avessero ripreso il lavoro. In caso contrario – minacciò – la fabbrica sarebbe stata chiusa ed il personale licenziato in tronco, Tutto il personale. Ma nessuno si piegò. Lo sciopero continuò, compatto, mentre arrivavano i primi aiuti ai lavoratori attraverso la raccolta di fondi che le Camere del Lavoro di tutta Italia avevano promosso, con una dimostrazione attiva di solidareitò.
Alla fine i lavoratori l’ebbero vinta, dopo un mese e quattro giorni di astensione dal lavoro, dopo la rinuncia ad un mese di paga, L’accordo raggiunto, con la mediazione dei rappresentanti dei lavoratori, stabiìì l’abolizione degli straordinari, un aumento salariale, una riduzione dell’orario ed una serie di garanzie per l’osservanza del regolamento in materia di ambiente. Nell’occasione per i lavoratori ci fu un’altra importante conquista: la costituzione di una delegazione permanente che avrebbe i loro interessi nei confronti della direzione. Fu il primo esempio di commissione sindacale interna in Italia. E furono loro ad ottenerla, le donne della Centurini.
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