Incidenti sul lavoro e prevenzione, non abbassare la guardia

sicurezza

L’Intervento-Associazione Berlinguer

Purtroppo gli incidenti sul lavoro hanno raggiunto limiti intollerabili. Perché le
condoglianze alla famiglia dell’ennesima vittima non siano sterili devono essere
seguite da fatti concreti per affermare la cultura della sicurezza e della prevenzione. I
dati del 2020 dovranno essere osservati separatamente ed è fuorviante confrontarli
con gli anni precedenti a causa dell’epidemia da coronavirus: molti lavoratori,
soprattutto operatori sanitari, sono morti a causa della COVID-19, molte aziende
sono rimaste chiuse nel periodo dell’emergenza, il lavoro da casa ha ridotto gli
spostamenti. Nonostante ciò rispetto al 2019 sono aumentati gli infortuni mortali del
34,9% passati da 783 a 1.056.

La scuola deve fare la parte più importante. Le misure varate dal governo contro il
lavoro nero e l’elaborazione di un testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro
(D.lgs. 9 aprile 2008, n. 81) sono state accolte positivamente anche se tutta
l’attenzione non deve essere riposta sul Testo in cui va rafforzato il ruolo dei
rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza creando anche degli rls con giurisdizione
territoriale: la gran parte degli infortuni, infatti, avviene, nelle piccole imprese, ma
occorre tener conto dell’evoluzione del mondo del lavoro, ovviamente, ma anche
dello sviluppo tecnologico, della cultura aziendale, dell’istruzione e della
formazione. Bisogna coordinare tutti gli enti competenti e i servizi ispettivi e concordare nella Conferenza Stato-Regioni che il 5% della spesa sanitaria (intesa firmata nel dicembre 2009 e ribadita con il decreto legislativo 68/2011) che ogni regione deve destinare alla prevenzione sia assegnata in parte ad attività e programmi di prevenzione riguardanti la qualità e la sicurezza del lavoro.

Il Presidente Giocondo Talamonti