Il Terzo Reich e il reclutamento forzato di lavoratori italiani

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Martedì 16 aprile alle 17,30, presso Palazzo Sorbello (a Perugia in via Piccinino) si parlerà dei due volumi che realizzati a cura di Brunello Martelli sulle deportazioni da parte dell’esercito tedesco di giovani costretti poi a lavorare nelle fabbriche e nei campi tedeschi. “Tante braccia per il Reich! Il reclutamento di manodopera nell’Italia occupata 1943-1945 per l’economia di guerra della Germania nazionalsocialista” è il titolo dell’opera (ed. Mursia, Milano 2019, 2 voll., pp. 1186+768).

Dopo i saluti di Ruggero Ranieri, Presidente della Fondazione Ranieri di Sorbello, parleranno Costantino di Sante, Direttore dell’Istituto per la Storia del Movimento di Liberazione nelle Marche di Ascoli Piceno, ed Antonella Tiburzi, della Libera Università di Bolzano. Coordina Mario Tosti, dell’Istituto per la storia dell’Umbria contemporanea . Sarà presente Brunello Mantelli, dell’Università degli studi della Calabria

Per il Terzo Reich l’impiego di manodopera straniera fu uno strumento cruciale per sostenere l’economia bellica. Milioni di lavoratori provenienti in gran parte dai Paesi occupati, ma anche in buona misura da quelli alleati, furono impiegati in molteplici mansioni la cui funzione primaria era alimentare la produzione d’interesse militare. Centinaia di migliaia di lavoratori italiani, uomini e donne, erano già stati inviati in Germania per diventare «braccia per il Reich» fin dal 1938, quando l’Italia monarchicofascista era alleata, in realtà già subalterna, di Hitler. Il reclutamento divenne forzato nei venti mesi di occupazione tedesca del nostro Paese (settembre 1943-aprile 1945).

Quello curato da Martelli è il primo studio organico su dinamiche e modalità del prelievo coatto di lavoratori dall’Italia e del loro utilizzo oltre Brennero nel periodo della Repubblica sociale italiana, a cui gli apparati del fascismo di Salò diedero un notevole contributo. Nei due tomi viene analizzato il modus operandi degli occupanti tedeschi e dei loro collaboratori fascisti repubblicani nel mettere le mani con la forza su lavoratori dell’industria, dell’agricoltura e di ogni altro settore purché utili allo sforzo bellico del Terzo Reich, attraverso precettazioni, arresti, retate urbane, rastrellamenti nelle zone di campagna, prelievi indiscriminati negli istituti di pena.

Una ricerca monumentale che colma una lacuna sulla storia dell’Italia nella Seconda guerra mondiale.

Nel primo tomo (di Brunello Mantelli, Giovanna D’Amico, Irene Guerrini e Marco Pluviano, Massimiliano Tenconi, Sara Bergamasco, Toni Rovatti, Andrea Ferrari e Marco Orazi): il contesto europeo, il reclutamento di lavoratori dal Torinese, da Genova e provincia, dal Milanese, dal litorale adriatico, dall’Emilia e dall’Imolese.

Nel secondo (di Francesca Cavarocchi, Annalisa Cegna, Antonella Tiburzi, Costantino Di Sante, Andrea Ferrari):  il reclutamento di lavoratori dalla Toscana, dalle Marche, dall’Umbria, da Roma e dal Lazio, e un approfondimento sui detenuti italiani mandati nell’industria chimica del Terzo Reich.

G.B.