Il Tar del Lazio: benefici all’ambiente dall’uso di alcuni rifiuti nelle cementerie

cementerie
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“L’impiego in cementeria di combustibili alternativi – ottenuti selezionando e recuperando rifiuti a contenuto energetico come carta o plastica – apporta un significativo beneficio ambientale”. Il Tar del Lazio lo afferma nel pronunciamento – informa FederBeton, la Federazione di settore delle Associazioni della filiera del cemento, del calcestruzzo di Confindustria – contro il ricorso dei Comitati che si opponevano alla Regione Emilia Romagna e alla Buzzi Unicem proprio in tema di utilizzo di combustibili solidi secondari (CSS) presso l’impianto di Vernasca, già autorizzato con delibera regionale”.

Il beneficio ambientale deriva, secondo il Tar, dal fatto che l’impiego in cementeria di tali combustibili “da una parte contribuisce a chiudere il ciclo dei rifiuti, evitando di conferire in discarica materiali che possono ancora avere una loro utilità in un contesto di economia circolare, e dall’altra consente di ridurre il ricorso a fonti fossili, indirizzando la produzione di un materiale fondamentale come il cemento nella direzione dell’economia circolare e della sostenibilità”.

Per Federbeton la sentenza “rappresenta un segnale da tempo atteso: la giustizia amministrativa sottolinea come debbano essere le evidenze scientifiche a guidare la politica industriale e ambientale nel nostro Paese – commenta Roberto Callieri presidente Federbeton – I dubbi della popolazione meritano di ricevere ascolto e risposta sul piano del confronto e della trasparenza rispetto a progetti, dati statistici, validazioni accademiche. È per questo, in ottica garantista, che in Italia gli iter autorizzativi sono così articolati e accurati. È per questo – continua Callieri – che da sempre le imprese, sui territori, promuovono attività capillari di ascolto e incontro con le comunità”.

In ottica di rilancio dell’economia Federbeton informa che “da tempo, le aziende hanno abbracciato una scelta di sostenibilità, investendo nell’ultimo triennio oltre 110 milioni di euro in tecnologie innovative e green” per cui “gli impianti italiani sono già attrezzati per incrementare l’impiego di combustibili di recupero come i CSS, portando il tasso di sostituzione calorica dall’attuale 20,3% a più del 47% che è la media europea, senza conseguenze negative in termini emissivi”..