Il sindaco come Lancillotto: non siede al tavolo con gli altri

Lancillotto Latini

Come mai siam solo in otto? Perché manca Lancillotto, era la risposta in un noto “Carosello” pubblicitario. Ieri mattina la parte di Lancillotto l’ha fatta Leonardo Latini, il sindaco di Terni che non si è presentato nella sede della Fondazione Carit dove c’era un sacco di gente seduta attorno ad un tavolo per firmare un protocollo d’intesa piuttosto importante: consente infatti un investimento di ottocentomila euro al centro remiero federale D’Aloja, a Piediluco. E sono soldi che servono a compiere lavori di riqualificazione ed allineamento del bacino ternano agli standard internazionali dei campi di regata. Eeeh, dice, è che ci devono fare a Piediluco! Si vorrebbe porre la candidatura per i mondiali di canottaggio. E’ poco?

Ma il Comune di Terni non pare d’accordo: deve prima pensare, valutare, esaminare la bozza del protocollo perché, non sia mai: niente può sfuggire al controllo del Comune. Che non perde l’occasione per mostrare arroganza e, alla fin fine, maleducazione. Perché il Sindaco – invitato – poteva pure farsi coraggio, andare alla riunione e spiegare quali esigenze spingono il Comune a rinviare la firma.

Gli altri, alla fine, non erano quattro “cristianucci”, dell’armata Brancaleone, ma il vicepresidente della Regione con delega allo sport, Fabio Paparelli; il vicepresidente della Fondazione Carit Ulderico Dragoni (il presidente Carlini era fuori Terni per impegni precedentemente presi), il presidente della Federazione Canottaggio Giuseppe Abbagnale; il responsabile delle relazioni esterne della Erg, Giuseppe Cosentino; il presidente del Circplo Canottieri Piediluco, Fabrizio Di Patrizi. Mancava, appunto, “Lancillotto”. E così il protocollo d’intesa si è firmato, ma si vedrà ora cosa intende fare il Comune di Terni che sembra ormai avviato lungo la strada dell’arroganza, della politica del revanchismo più becero, fino ad arrivare al paradosso di quel tale che fece un dispetto a sua moglie.

Rinunciare, ad esempio, alla possibilità di organizzare i mondiali di canottaggio a Terni, creerà qualche danno anche per quelle casse comunali esauste così come le hanno lasciate quelli che c’erano prima? A questo punto si spera che non siano davvero sono vuote quelle casse. Perché altrimenti come si fa a rinunciare ad un finanziamento di un milione e 300 mila euro per i teatri di posa alla Bosco?. Non abbiamo rinunciato”, tuona l’assessore dal balcone di Palazzo Spada. Ed è vero: solo che siccome il progetto l’hanno fatto quelli di prima, loro i soldi li vogliono per un altro progetto. Come se la pelle di una borsa si potesse tirare come si vuole, solo “perché lo dico io”. La sostanza è che non si porta avanti niente di quello che era programmato, delle opportunità che si affacciavano all’orizzonte. Qualcuno ha sentito parlare di azioni del Comune perché si approfitti in qualche modo della dichiarazione di area di crisi complessa? O dei fondi disponibili per interventi strutturali nelle scuole per cifre che ammontano a 15 milioni di euro in tre anni? E dei ritardi sull’Agenda Ubana, con 9 milioni di euro praticamente fermi per ritardi, ne sa niente nessuno? Il sospetto è che dietro a tutto ci sia ancora una volta la propaganda elettorale, una partita che si sta giocando sulla pelle dei cittadini ternani: non si può far andare avanti progetti della vecchia giunta di centrosinistra finanziati dalla Regione governata ancira e nonostante tutto dal centrosinistra.

Poi va bene: sono stati appaltati i lavori per il restauro dei mosaici della fontana di piazza Tacito… Oppure si propongono iniziative cervellotiche come realizzare, visto che si parla di fontana di piazza Tacito, di un museo dei tubi che portano acqua e che sono stati marchiati “Terni”; oppure si pensa ad un’opera faraonica che comporterebbe la distruzione della zona dello Staino (ma che ti aspetti da chi ha tagliato in due la pineta Centurini?) per la costruzione di una bretella che permetterebbe di piantare degli alberi in viale Brin e di farne un’area pedonale.

Chi era quello che in Libia piantava aranceti?

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