I Giovani Democratici: No ai commenti al vetriolo che alimentano la cultura dello stupro

Terni, la tentata violenza a una ragazza e lo scatenarsi dei social

Ennesimo tentativo di stupro ai danni di una ragazza minorenne. La notizia riguarda Terni ed è riferita alla serata di sabato 5 giugno. Riteniamo sia opportuno rimettersi al lavoro della Giustizia per fare luce sulla questione, e non ci sembra il momento di pronunciarci in merito, se non per dare la nostra solidarietà alla ragazza ed a tutte le persone che hanno subito violenza. 

Ciò che invece non ha bisogno di verifiche ed indagini per essere analizzato è la risposta che dalla notizia è scaturita. Sui social impazzano i commenti, viene puntato il dito sulla ragazza, con commenti al vetriolo che speculano sul suo abbigliamento, sostenendo che a 17 anni non si possa stare a cena in centro con gli amici, arrivando al classico e sempre attuale “ma la famiglia dove sta?”.  Il moltiplicarsi di questo tipo di commenti sui social è gravissimo. Non si hanno notizie né sull’identità della ragazza né tantomeno sul suo abbigliamento, e ritenere sbagliato uscire a cena con gli amici all’età di 17 anni -a solo un anno dal diritto di voto- è quantomeno anacronistico, e ci pare anche assurdo ignorare il bisogno di tornare ad un accenno di normalità dopo un anno di restrizioni. 

Ma tutte queste giustificazioni non devono essere pretese né date da nessuno. Finché si continuerà a porre l’accento sulle azioni delle vittime delle violenze sessuali si alimenterà la cultura dello stupro, sottointendendo che il nostro corpo non ci appartiene, e che il modo in cui ne disponiamo -uscendo di sera, vestendoci come più ci aggrada, bevendo qualcosa di alcolico- ci tolga il diritto di dire di no. Il problema non è e non è mai stato come si comporti la vittima. Nella vicenda in questione si prende in considerazione il presunto stupratore solo in merito alla nazionalità, attraverso una strumentalizzazione che dal “non si sa se italiano o straniero” è passata al “probabilmente straniero”. Il problema è, e sarà sempre, chi stupra a prescindere dalla nazionalità.

E giustificare chi stupra, mettendo sotto la lente d’ingrandimento la vittima è un atto di complicità imperdonabile. A chi ha l’ardore di dire che se cerchi qualcosa prima o poi la trovi, si può solo dire che a 17 anni, quando esci con gli amici di sabato sera, quello che cerchi non è che qualcuno ti molesti. 

Dobbiamo rigettare la retorica dell’uomo predatore. Dobbiamo mettere fine alla cultura dello stupro.”